Biografia Lucio Battisti
a causa di un tumore.
Nel 1947 si trasferì con la famiglia nella frazione Vasche di Castel Sant'Angelo, sempre in provincia di Rieti, e nel 1950 a Roma. A seguito della promozione della seconda o terza media chiese ai suoi genitori di avere una chitarra. L'interesse per lo strumento fu dovuto anche all'influenza di due ragazzi che abitavano nel suo condominio. Secondo i vari racconti sulle primissime esperienze musicali di Battisti (spesso poco attendibili e misti a leggende) ad insegnargli a suonare la chitarra fu il «pazzo del paese» o l'elettricista di Poggio Bustone; quello che è sicuro è che in ogni caso l'apporto principale fu quello da autodidatta.
Dopo il diploma in elettrotecnica nel 1962 e un periodo di gavetta a Napoli con I Mattatori e successivamente con I Satiri, si trasferisce a Milano, dove si unisce a I Campioni, il gruppo che accompagna Tony Dallara, capitanato da Roby Matano. Battisti vivrà tutto il resto della sua vita a Milano, prima nel quartiere popolare del Giambellino, poi nella zona di città studi esattamente in una villetta in Largo Rio de Janeiro, per trasferirsi negli ultimi anni della sua vita in una villa a Molteno, in Brianza.
È proprio Matano, che ha più volte rivendicato una sorta di "primogenitura" nella scoperta del talento di Lucio, a spronarlo a scrivere canzoni. Ne nacquero alcuni pezzi, come Se rimani con me, i cui testi erano stati scritti da Matano (ma depositati a nome di Lucio perché l'amico non era iscritto alla SIAE), che rimasero perlopiù o sconosciuti o addirittura mai pubblicati. Tuttavia, alcuni di questi pezzi furono successivamente rimaneggiati da Lucio sulla base di nuovi testi di Mogol, come Non chiederò la carità, che diverrà Mi ritorni in mente.
Il 14 febbraio del 1965 Battisti riesce ad avere un appuntamento con Franco Crepax: durante il provino viene notato da Christine Leroux, una discografica di origine francese arrivata a Milano negli anni '60, contitolare delle edizioni El & Chris. Cacciatrice di talenti per la casa discografica Ricordi, fu lei una delle prime a credere nel talento di Battisti, e fu lei a procurargli il "fatale" appuntamento col paroliere Giulio Rapetti, in arte Mogol.
Riguardo a questo primo incontro con Battisti, Mogol ha raccontato di non essere rimasto particolarmente impressionato dalle canzoni che Lucio gli aveva proposto, ma di aver comunque deciso di collaborare con lui per la sua umiltà nell'ammettere i propri limiti e la voglia di fare e di migliorarsi.
Nel 1966, fu lo stesso Mogol a insistere con Battisti, scettico egli stesso circa le proprie doti vocali, perché cantasse in prima persona le sue canzoni, anziché limitarsi ad affidarle ad altri artisti. Mogol dovette superare non poche resistenze presso la Ricordi, la loro casa discografica, ma alla fine minacciando di dare le dimissioni l'ebbe vinta.
Lucio esordì quindi come solista con il 45 giri che includeva Per una lira e Dolce di giorno, con modesti risultati di vendite, tanto che oggi il disco gode di grande considerazione nel circuito collezionistico. Le due canzoni vennero poi portate al successo rispettivamente dai Ribelli capitanati da Demetrio Stratos e dai Dik Dik. Nel circuito degli "addetti ai lavori", Per una lira si fece notare come brano fortemente innovativo nel testo e nella scrittura musicale.
Nel 1967 Mogol e Battisti sono gli autori di 29 settembre, interpretata dall'Equipe 84, un clamoroso successo che arriva al primo posto della hit parade grazie alla trasmissione radiofonica Bandiera gialla. Sempre in quell'anno scrivono un altro grande successo per l'ex Camaleonte Riki Maiocchi, la celebre Uno in più, considerata una canzone-manifesto della cosiddetta linea verde con cui Mogol intendeva perseguire un rinnovamento della tradizione musicale italiana, lavorando con giovani cantanti e autori quali Battisti. Per quanto riguarda la carriera da solista, in quell'anno produce il suo secondo singolo, Luisa Rossi/Era, un blando Rhythm and Blues che non riscuoterà grande successo (sul lato B è incisa Era, una delicata canzone dalle atmosfere quasi medievali). Sempre nel 1967 suona la chitarra ne La ballata di Pickwick, sigla iniziale e finale, mai pubblicata su disco, dello sceneggiato di Ugo Gregoretti Il Circolo Pickwick; la canzone è cantata da Gigi Proietti, che in seguito ricorderà il suo unico incontro con Battisti.
Nel 1968 Battisti incide Prigioniero del mondo, una canzone scritta da Carlo Donida con testo di Mogol, che doveva essere originariamente interpretata da Gianni Morandi, e che Battisti porta con scarso successo alla manifestazione Un disco per l'estate 1968. Di questo brano esiste anche un videoclip girato su pellicola in bianco e nero, che è anche il primo filmato dove compare il cantante, girato a Tonezza del cimone. Di maggiore successo è il retro, Balla Linda, una canzone melodica ma già "sperimentale" per i canoni musicali dell'epoca, in cui Battisti rifiuta la convenzione delle rime baciate per i testi, in accordo con Mogol.
Con Balla Linda partecipa al Cantagiro, dove si classifica al quarto posto, entrando per la prima volta, con una canzone da lui interpretata, in hit parade; la canzone, in una versione in inglese intitolata Bella Linda, otterrà, eseguita dai Grassroots, un notevole successo negli Stati Uniti, piazzandosi al numero 28 della classifica di Billboard.
Nel gennaio 1969 Lucio partecipa per la prima e unica volta come cantante al Festival di Sanremo 1969 con la canzone Un'avventura, dove riesce a conciliare la melodia italiana con le atmosfere e i suoni del rhythm and blues, in particolare con una caratteristica e vigorosa sezione fiati; non a caso l'interprete straniero che gli viene affiancato è Wilson Pickett, un importantissimo esponente di quel genere musicale. Il brano si piazza al nono posto nella classifica finale, con 69 voti. La partecipazione a Sanremo aumentò di molto la sua popolarità, ma lo espose anche a critiche di vario genere: Alfonso Madeo sul Corriere della Sera definì l'interpretazione di Battisti «impacciata», Natalia Aspesi su Il Giorno criticò duramente la sua voce parlando di «chiodi che gli stridono in gola», mentre Paolo Panelli su Il Messaggero ironizzò sulla sua capigliatura anticonformista e "selvaggia", equiparandolo a Pierino Porcospino e ad Attila, re degli Unni. In corrispondenza con la partecipazione a Sanremo, il 31 gennaio pubblica il singolo Un'avventura/Non è Francesca.
Il 28 marzo 1969 pubblica il secondo singolo dell'anno, Acqua azzurra, acqua chiara/Dieci ragazze; sempre in quel mese esce anche il suo primo album, intitolato Lucio Battisti, che è una raccolta di brani già pubblicati nei precedenti singoli più sei brani già editi nelle versioni di altri gruppi e cantanti qui interpretati da Battisti.
In primavera in alcune interviste rivela il fidanzamento con Grazia Letizia Veronese, di professione segretaria del Clan Celentano, sua futura compagna di vita.
Il 15 aprile partecipa per la prima volta a una trasmissione televisiva, Speciale per voi di Renzo Arbore, all'epoca in onda sul secondo canale della RAI. Nella trasmissione viene lanciata la canzone Acqua azzurra acqua chiara, che diventerà un tormentone estivo nell'estate 1969: con questa canzone, Battisti arriva terzo al Cantagiro 1969 con 861 voti e vince il Festivalbar di quell'anno con &nbs343984  0343.984 preferenze, distaccando i Camaleonti, secondi classificati, di quasi  50000  050.000 voti.
Durante l'estate esegue il suo primo tour, composto di 21 serate. Sempre durante il periodo estivo Battisti fonda insieme a Mogol una casa discografica indipendente, la Numero Uno. In questo progetto vengono coinvolti la Formula 3, Bruno Lauzi, Edoardo Bennato, Adriano Pappalardo, Oscar Prudente e altri, tuttavia Battisti non può ancora passare all'etichetta per via degli obblighi contrattuali che lo legano alla Ricordi.
Il 14 ottobre pubblicò il terzo singolo dell'anno, Mi ritorni in mente/7 e 40; il lato A fu presentato il 19 ottobre nel programma radiofonico Gran Varietà condotto da Walter Chiari. Tra i singoli che pubblicò quell'anno, questo fu quello che incontrò il successo maggiore: fu l'11° singolo più venduto del 1969 e arrivò a raggiungere anche il primo posto in Hit parade.
Nonostante il successo come interprete, la sua attività di autore per altri cantanti continuò con successo: sue furono canzoni di grande successo come Questo folle sentimento, dall'atmosfera vagamente psichedelica, affidata alla Formula Tre; Mamma mia, affidata ai Camaleonti; infine Il paradiso della vita (una canzone scritta nel 1968 da Mogol e Battisti per La ragazza 77 ma che non ottenne alcun successo) quell'anno venne ripresa dal gruppo inglese degli Amen Corner, con il titolo (If Paradise Is) Half as Nice, raggiungendo il primo posto delle classifiche di vendita britanniche. Inoltre Patty Pravo, in un viaggio nel Regno Unito, rimase affascinata dal brano degli Amen Corner, ignorando che fosse stata scritta in origine dagli italiani Battisti e Mogol, e decise di farne una cover con il titolo di Il paradiso, rendendo la canzone popolare anche in Italia.
Sebbene sia abbastanza disponibile a rilasciare interviste ai mass media, già in questo periodo inizia a delinearsi il suo carattere: in un'intervista relativa al suo fidanzamento con Grazia Letizia Veronese, seppure in tono scherzoso, definisce i giornalisti dei «dannati curiosi», inizia a manifestare il desiderio di privacy e di non essere costantemente sotto i riflettori («Noi gente dello spettacolo non riusciamo mai a farci gli affari nostri senza che interveniate voi […] a togliere anche quel minimo di riservatezza della nostra vita privata») e la convinzione di dover essere giudicato solo per la sua musica e non per il gossip che si crea attorno al personaggio («Lucio Battisti deve essere giudicato per le canzoni che scrive e per le canzoni che canta.»).
Gli anni settanta, in particolar modo nella prima metà, sono gli anni in cui Lucio Battisti arriva al culmine della popolarità e successo. I suoi album sono costantemente tra i primi posti nelle classifiche di vendita degli anni 1971, 1972, 1973, 1975, 1976, 1977, 1978 e 1980. Nel 1973, caso raro nella storia discografica italiana, riesce a conquistare il primo ed il secondo posto in classifica (con Il mio canto libero e Il nostro caro angelo), distanziando opere di respiro e successo internazionali come The Dark Side of the Moon dei Pink Floyd (3°) e Don't Shoot Me I'm Only the Piano Player di Elton John (4°).
Durante il 1970 scrive Sole giallo, sole nero e Io ritorno solo per la Formula 3, Insieme e Io e te da soli per Mina, Per te per Patty Pravo, Mary oh Mary ed E penso a te per Bruno Lauzi, Uomini e Perché dovrei per una cantante da lui lanciata senza successo, Sara; rimangono dubbi invece sulla composizione da parte sua di La spada nel cuore (che alla Siae risulta essere composta da Mogol per il testo e da Donida per la musica).
Sempre nello stesso anno suona la chitarra nella canzone La prima cosa bella di Nicola Di Bari, che si classifica al secondo posto al Festival di Sanremo.
Il 2 giugno partecipa per la seconda volta a Speciale per voi di Renzo Arbore. Durante il dialogo con il pubblico in sala ribadisce di non essere un cantante politicamente impegnato e ancora una volta viene criticata la sua voce, stavolta dal giornalista e conduttore Renzo Nissim; alla fine Battisti, evidentemente stanco di tutte quelle chiacchiere, tronca bruscamente il discorso chiedendo al pubblico:
« Sono tre ore che state a parlare e non si è concluso niente! Io propongo delle cose: vi emozionano, vi piacciono, sì o no? »
Dopo aver ricevuto un coro di «sì» canta Il tempo di morire e Fiori rosa, fiori di pesco. Con questo episodio dimostra ancora una volta la sua avversione per le discussioni e i pettegolezzi e il desiderio di essere giudicato solo per la sua musica. L'8 giugno 1970 esce il singolo Fiori rosa fiori di pesco/Il tempo di morire, che contiene le due canzoni interpretate in anteprima a Speciale per voi.
Lucio Battisti fotografato in concerto al Palasport di Torino (ottobre 1970)
Dal 21 giugno al 26 luglio di quell'anno, su iniziativa di Mogol, i due intraprendono un viaggio a cavallo da Milano a Roma; il viaggio sarà raccontato dallo stesso Battisti in tre articoli su TV Sorrisi e canzoni. Appena tornato dal viaggio iniziò i preparativi per il tour che intraprenderà quell'estate con la Formula 3: dieci date eseguite tra "L'altro mondo" di Rimini, "La bussola" di Viareggio e il locale di Gino Paoli a Sestri Levante. Sarà anche il suo ultimo tour.
Il 2 settembre Battisti vince il Festivalbar 1970 con la canzone Fiori rosa fiori di pesco. In questa occasione annuncia di avere in mente di realizzare un concept album basato sul tema dell'amore visto con angolazioni nuove.
Il 15 ottobre esce il singolo Anna/Emozioni. Nel novembre 1970 il concept album annunciato in occasione del Festivalbar, Amore e non amore, è pronto: essendo però un album piuttosto sperimentale e di difficile comprensione (la metà dei brani sono strumentali e tendenti verso il rock progressivo) la Ricordi decide di metterlo da parte e a dicembre pubblica invece un'altra raccolta, intitolata Emozioni, dove si trovano in versione stereofonica i brani tratti dai singoli già pubblicati, stavolta senza neanche un inedito. Con questa operazione commerciale da parte della Ricordi i rapporti di Battisti con la casa discografica si cominciano a incrinare.
Alla fine dell'anno, annuncia che non parteciperà al Festival di Sanremo 1971 (se non come autore) e dichiara di cominciare a dubitare sull'utilità dei festival musicali, ritenendo che una buona canzone non abbia bisogno di essere promossa per arrivare al pubblico.
Ad aprile Battisti pubblica il singolo Pensieri e parole/Insieme a te sto bene. Il produttore discografico Alessandro Colombini, prima della pubblicazione, era molto scettico riguardo il singolo ed era sicuro che Pensieri e parole avrebbe decretato la fine del sodalizio Mogol-Battisti, invece il 45 giri ebbe un successo tale da essere definito da Lelio Luttazzi «regina di Hit parade».
In questo anno la stampa inizia a lamentare la calante disponibilità di Battisti a essere intervistato e fotografato, così il 27 aprile si esibisce al Circolo della stampa di Milano appositamente per i giornalisti e le loro famiglie, accompagnato da Mario Lavezzi alla chitarra e Mogol, con lo scopo di far capire che non si tratta di avversione personale contro i giornalisti ma solo della sua volontà di essere giudicato unicamente per la sua musica.
Il 1º maggio 1971 partecipa alla trasmissione televisiva Teatro 10, dove canta in playback Pensieri e parole (in un video molto originale che mostra in sovrapposizione due immagini di Battisti che cantano le due parti della canzone) mentre canta dal vivo con la chitarra Eppur mi son scordato di te, canzone all'epoca affidata alla Formula 3. Sembra che Battisti, recandosi negli studi RAI a Roma, dimenticò la propria chitarra a Milano e ne acquistò all'ultimo momento una da pochi soldi alla stazione Termini; nonostante ciò la sua esibizione mandò in visibilio il pubblico, che nel finale iniziò anche a urlare.
Per l'estate Mogol aveva in progetto di ripetere un'impresa simile a quella dell'anno precedente scendendo a nuoto il fiume Po fino alla foce, ma a causa dei reumatismi di Battisti il medico sconsigliò l'impresa e il progetto sfumò. A luglio si reca a Campione d'Italia per dirigere un'orchestra di 25 elementi nell'esecuzione di 7 agosto di pomeriggio, brano proveniente dall'album Amore e non amore, che nel frattempo è "congelato" da otto mesi negli archivi della Ricordi suscitando preoccupazione in Battisti riguardo al fatto che, dopo tutto quel tempo, potesse essere già "superato" e meno moderno delle sue composizioni più recenti.
Sempre nel mese di luglio, finalmente, la Ricordi pubblica l'album Amore e non amore, accompagnato dal singolo Dio mio no/Era; il brano Dio mio no viene censurato, a causa della frase «la vedo in pigiama e lei si avvicina» che conteneva dei significati erotici considerati inaccettabili. Il 31 luglio viene registrata negli studi della RAI Tutti insieme, una trasmissione televisiva musicale ideata da Mogol dove si esibiscono dal vivo molti artisti appartenenti (o comunque legati) alla Numero Uno: Lucio Battisti, Alberto Radius, i Dik Dik, i Flora Fauna Cemento, la Premiata Forneria Marconi, Lally Stott, Mia Martini, Mauro Pagani, Adriano Pappalardo, la Formula 3, Bruno Lauzi ed Edoardo Bennato. Verrà trasmessa il 23 settembre, con un ottimo esito soprattutto tra il pubblico più giovane.
A settembre scade il contratto che lo legava alla Dischi Ricordi, ed è finalmente libero di passare alla Numero Uno. Per ricavare il più possibile da Battisti, che in quel momento godeva di grande popolarità, la Ricordi iniziò a sfruttare al massimo il materiale inedito che, come da contratto, aveva ancora diritto a pubblicare, così il 21 ottobre mette sul mercato un'altra raccolta, Lucio Battisti vol. 4 e il 24 ottobre pubblica il singolo Le tre verità/Supermarket. In Le tre verità sono evidenti gli echi internazionali, in particolare dei Led Zeppelin.
A novembre pubblica il suo primo singolo per la Numero Uno, La canzone del sole/Anche per te; per la semplicità degli accordi e del brano in generale, che tuttavia non scade mai nel banale, La canzone del sole ha raggiunto nel tempo una popolarità tale da diventare la canzone più eseguita da chi si appresta a imparare a suonare la chitarra.
Il 31 dicembre partecipa alla trasmissione televisiva Cento di queste notti, dove prima di cantare La canzone del sole accenna l'introduzione strumentale di Dio mio no.
Durante questo anno scrive Vendo casa per i Dik Dik, Eppur mi son scordato di te, Nessuno nessuno e Mi chiamo Antonio tal dei tali e lavoro ai mercati generali per la Formula 3, Amor mio e La mente torna per Mina, Amore caro amore bello e L'aquila per Bruno Lauzi e Un papavero per i Flora Fauna Cemento; rimangono dubbi su La folle corsa, interpretata da Little Tony e dalla Formula 3.
Alla fine del 1974, ispirato da un viaggio in Sudamerica con Mogol, Battisti pubblica "Anima latina": probabilmente il suo disco più ambizioso, complesso e sfaccettato, originale tentativo di fusione delle sonorità latine con alcune delle modalità espressive tipiche del progressive (brani lunghi, dall'orchestrazione e strumentazione estremamente composita e stratificata; ampio uso di sintetizzatori). È un disco che, come dirà lo stesso Battisti, è votato alla valorizzazione del ritmo, reso a tratti ossessivo nelle sezioni per fiati, cori e percussioni; i testi si fanno sempre più criptici, quasi esoterici, in controtendenza col modo di scrivere di Mogol, tradizionalmente ispirato alla quotidianità; ed il canto di Lucio è soffuso e volutamente tenuto a volume basso nel missaggio, alla pari con gli altri strumenti, tanto da essere talvolta quasi impercettibile.
Tra i brani che ottengono maggior riscontro, la stessa Anima latina, con un testo che Mogol ritenne essere il più bello da lui mai scritto; Due mondi, una frenetica ballata in crescendo a metà strada tra il genere salsa e la tradizione sudamericana, in cui duetta con la brava cantante monzese Mara Cubeddu; Anonimo, una canzone che parla delicatamente dell'iniziazione di un fanciullo ai rapporti sessuali e che reca in coda una singolare citazione de I giardini di marzo; e Macchina del tempo, giustapposizione di più linee melodiche che formano il brano musicalmente più complesso dell'album, incentrato sulle estreme conseguenze dell'alienazione per sofferenza amorosa. Nonostante l'osticità della proposta (nessuna canzone è davvero rimasta nella memoria collettiva), il disco ottiene vendite eccezionali, rimanendo in classifica per 65 settimane (a tutt'oggi il record per un disco di Battisti).
Segue un anno, il 1975, in cui non viene pubblicato nessun disco nuovo. Complici forse anche talune clausole degli accordi tra la Numero Uno e la RCA Italiana, la multinazionale del disco che concederà aiuto finanziario alla giovane casa discografica, imponendo certi "obblighi di produttività", la creatività di Battisti e Mogol conoscerà un evidente affievolimento.
Evidentemente turbata dal successo de La canzone del sole, la Ricordi nel marzo del 1972 compie un ultimo tentativo commerciale pubblicando il 45 giri Elena no, un ritmato pezzo rock con una sezione centrale più lenta e blues: le scarse vendite del disco (poche migliaia di copie) segnano definitivamente la resa della casa discografica di fronte alla concorrenza della Numero Uno.
In un anno straordinario per produzione discografica e successo di vendite riscosso (forse l'anno in cui Battisti raggiunge l'apice della popolarità), Lucio pubblica nuovamente un album di inediti, "Umanamente uomo: il sogno". che contiene due tra i pochi brani unicamente strumentali della carriera di Battisti, quello omonimo e Il fuoco. L'LP, insieme al singolo I giardini di marzo (sul retro Comunque bella), otterrà un enorme successo, dimostrando definitivamente la piena maturità artistica di Battisti, capace di articolarsi sul discorso complessivo di un album e non più solamente su singoli destinati a LP antologici. Tra i brani, oltre a quelli del singolo, la maliziosa Innocenti evasioni, la divertente Il leone e la gallina, il suggestivo strumentale e "fischiettato" Umanamente uomo: il sogno, l'ipnotica Sognando e risognando (poi interpretata anche dalla Formula Tre) e poi un altro brano che diventò un evergreen: E penso a te.
Nel gennaio del 1973 il 33 giri "Il mio canto libero" (pubblicato nel novembre 1972) arriva in testa alle classifiche e vi rimane per undici settimane: è considerato uno dei vertici della sua carriera e contiene tra le altre canzoni la celebre Io vorrei… non vorrei… ma se vuoi…, incisa in inglese da Mick Ronson, il chitarrista di David Bowie, su testo scritto dallo stesso Bowie col titolo Music is lethal
Appare evidente ormai come i dischi di Lucio Battisti siano frutto di un lavoro lungo e meticoloso dove nulla è lasciato al caso, nemmeno le copertine, per anni realizzate dallo stesso fotografo, Cesare Montalbetti, in arte Caesar Monti, fratello del leader dei Dik Dik Pietruccio Montalbetti e grande amico di Lucio. Battisti cura ogni aspetto degli arrangiamenti, senza delegare niente, suonando personalmente la chitarra folk, talora le tastiere, e persino il basso e la batteria.
Nel settembre dello stesso anno esce il nuovo album del cantante: Il nostro caro angelo. Caratterizzato da parallelismi e simmetrie con Il mio canto libero, tanto che alcuni lo interpretano come un seguito o un ideale complemento, è un album dalle sonorità e dagli arrangiamenti più rock ed essenziali: prevalgono chitarre elettriche e acustiche, basso e batteria, con un uso dell'elettronica importante in alcuni brani ma mai eccessivo; si riduce invece il peso di archi e fiati, punto fermo dei lavori realizzati negli anni precedenti. Nascono voci riguardo al titolo dell'album: la più verosimile è quella per cui Il nostro caro angelo sottintenderebbe "il nostro caro figlio", in onore della nascita del primogenito Luca. In realtà, secondo le dichiarazioni dello stesso Mogol, Il nostro caro angelo, la canzone che dà il titolo all'album, ha un significato critico nei confronti della Chiesa cattolica:
« Il nostro caro angelo è un discorso contro la Chiesa! L'hai sentita? Il nostro caro angelo è l'ideale. Effettivamente è un testo un po' difficile, però è autentico. Guarda che è semplicissimo, te lo posso spiegare in tre parole: voglio dire che l'ideale dell'uomo è distrutto man mano che si vive, perché è chiaro che chi vive con le ali viene ferito. Allora si mettono i remi in barca e si comincia a fare il discorso del compromesso; qui c'è proprio il tentativo di difendere questo ideale, le ali bianche non servono più. L'uomo condannato da questa Chiesa, visto come un peccatore, oscura sempre di più: è un discorso contro la Chiesa fatto con mezzo milione di copie, è un discorso sociale, assolutamente.»
(Mogol intervistato da Claudio Bernieri)
Ancor più del precedente, si tratta di un disco ricco di canzoni che sembrano voler commentare in modo marcato diversi aspetti della società contemporanea: dall'avversione per la pubblicità e il consumismo di Ma è un canto brasileiro al tema dell'omosessualità affrontato in Io gli ho detto no, al rifiuto delle convenzioni palesato in La collina dei ciliegi e in Le allettanti promesse. L'album riscuote un successo notevole e risulta il secondo più venduto del 1973.
Nello stesso anno, inoltre, Battisti compare per la prima e unica volta nella locandina di un film, per la colonna sonora del film di Ermanno Olmi La circostanza, nella quale compaiono canzoni scritte da Battisti per la Formula 3.
Nel 1976 il nuovo album, Lucio Battisti, la batteria, il contrabbasso, eccetera, viene accolto molto calorosamente. Fortunato in termini di vendite (e in un certo senso rivincita "popolare" sull'album precedente), viene inciso ad Anzano del Parco (vicino a Como) e tra i musicisti figura l'allora giovane chitarrista Ivan Graziani, che si affermerà poi come cantautore.
La canzone trainante del disco (da cui segue anche un 45 giri) è Ancora tu. Il disco ha un successo talmente grande che viene pubblicato anche oltralpe: la canzone è incisa dallo stesso Battisti in inglese (col titolo Baby it's you) in un 45 giri poco fortunato, ma il maggior successo lo otterrà nella versione spagnola col titolo De nuevo tu. In quell'anno il duo Mogol/Battisti offre a Patty Pravo Io ti venderei, azzeccatissima per il personaggio ma soprattutto per far entrare il brano nelle grazie delle femministe, allora in rivolta per le piazze italiane. Sull'onda del successo la canzone viene incisa anche da Lucio.
Il 1976 si conclude con due notizie choc: Battisti si sposa con la sua compagna e, coincidente con questo annuncio, viene dichiarato il suo definitivo ritiro dalla scena pubblica italiana. L'ultima tournée è con i Formula Tre, al termine della quale il cantante annuncia in un'intervista: "Non parlerò mai più, perché un artista deve comunicare con il pubblico solo per mezzo del suo lavoro".
Un nuovo successo viene composto nel 1977, "Io tu noi tutti": otto brani preparati in Italia ma definiti e registrati negli studi RCA di Los Angeles. Spicca il singolo Amarsi un po' sul cui retro è inciso il pezzo più celebre dell'album, Sì, viaggiare.
In quelle stesse sessioni di registrazione nasce anche un album in lingua inglese, Images, che contiene pezzi di "Io tu noi tutti" e di album precedenti e che verrà pubblicato anche in Italia su etichetta RCA. Il pubblico oltreoceano accoglie l'album con indifferenza: la RCA statunitense si era impegnata a promuovere l'album, ma in realtà vi si dedica pochissimo. Altri verosimili motivi dell'insuccesso sono la stentata pronuncia inglese di Battisti e la difficoltà di rendere il significato dei testi di Mogol in quella lingua.
Il 1978 segna la riscoperta della vena creativa della coppia Mogol-Battisti e allo stesso tempo l'inizio del suo inesorabile declino, che porterà due anni dopo allo scioglimento di un sodalizio artistico e anche umano che era parso inossidabile.
Viene registrato il nuovo album "Una donna per amico", stavolta in Inghilterra, con la produzione di Geoff Westley, già collaboratore dei Bee Gees, che imprimerà alle sonorità del disco una svolta definitivamente anglosassone e "internazionale". Contrariamente alle sue passate abitudini, Battisti ormai sceglie di affidarsi per la realizzazione degli arrangiamenti a produttori esterni, di cui si limita a valutare il lavoro "a cose fatte".
Una donna per amico, in un'epoca di profonda crisi per la musica italiana da cui sembravano salvarsi solo i cantautori, è il più venduto in assoluto tra i dischi firmati Mogol-Battisti (oltre un milione di copie), e ne è estratto un singolo che rimane in testa alle classifiche per quattordici settimane: l'omonima Una donna per amico sul cui retro è inciso Nessun dolore (riportata a un certo successo negli anni novanta nella versione di Giorgia). Fra gli altri notevoli brani dell'album Prendila così, Aver paura d'innamorarsi troppo e Perché no.
Gli anni ottanta si aprono con uno scenario abbastanza drammatico per la carriera del cantante: il suo indissolubile legame con il suo fidato paroliere Mogol comincia a vacillare. Battisti, che in questo periodo preferisce vivere nella sua Roma, ormai spedisce i provini delle sue canzoni a Mogol per posta, e questi con lo stesso mezzo gli consegna i testi. Gli effetti si sentono: verrà a mancare la carica "emozionale" propria dei lavori che i due realizzavano un tempo a stretto contatto di gomito, quasi costituendo, come qualche critico ha affermato, "un unico cantautore", e i testi paiono rispondere più ad esigenze metriche che ad una reale traduzione "in parole" delle impressioni ed emozioni delle melodie battistiane. I brani, pur curatissimi negli arrangiamenti, assumeranno un sapore di "costruito", e pur conquistando i gusti del pubblico più attento alle tendenze internazionali (in particolare alla disco music e al funky, generi allora imperanti), faranno storcere il naso agli appassionati del Battisti più fresco e immediato di Mi ritorni in mente e La canzone del sole.
Nel febbraio del 1980 esce Una giornata uggiosa, l'ultimo disco del cantante in collaborazione con Mogol, siglato sempre con la Numero Uno. Il disco, vendutissimo come il precedente, soffre forse della sopraffazione sulle melodie battistiane degli arrangiamenti curati dal produttore inglese Geoff Westley, secondo gusti musicali puramente d'oltremanica che concedono meno del solito a quella felice sintesi tra sonorità internazionali e "nostrane" che era sempre stato tra i punti di forza di Lucio. I testi di Mogol, in "Una giornata uggiosa", poco hanno dell'immediatezza che li aveva resi così efficaci e popolari, apparendo difficilmente comprensibili.
Il singolo omonimo, ultimo pezzo in assoluto in cui Lucio suona personalmente la chitarra folk, non raggiunge il primo posto delle classifiche (cosa rara per Battisti), tuttavia l'album va incontro ai favori del pubblico grazie a canzoni interessanti quali Orgoglio e dignità, Una vita viva, Il monolocale (in cui affronta il problema della casa) e soprattutto Con il nastro rosa. Quest'ultima canzone, lato B del singolo e brano di chiusura dell'album, diverrà l'ultimo grande evergreen di Lucio, con numerosissime cover e molto successo anche in discoteca nella versione dance. Il contributo al brano di Phil Palmer alla chitarra solista è in assoluto fra i migliori nella discografia italiana del decennio.
Di questo album è sicuramente da ricordare anche Amore mio di provincia perché è l'ultimo brano cantato da Battisti alla televisione svizzera TSI, in playback ripreso in camicia stile hawaiano con lo sfondo di palme esotiche. Meritano certamente un cenno i non pochi videoclip a colori di Battisti, dei quali il più noto è sicuramente quello per Sì, viaggiare, in una scenografia di una sala d'aspetto di una stazione ferroviaria. L'ultimo ritrovamento avvenne nel 2004, negli archivi della televisione tedesca: un filmato di Il mio canto libero (Unser freies Lied) nel quale Lucio si cimenta con il tedesco.
Dopo la registrazione di Una giornata uggiosa, Lucio Battisti scioglie il proprio sodalizio artistico con Mogol. La causa principale fu la discrepanza nata sulla ripartizione dei diritti d'autore: gli introiti infatti andavano per un quarto a Battisti e un quarto a Mogol mentre il rimanente spettava alla società editoriale, la Edizioni Acqua azzurra; all'interno di essa, però, Battisti aveva una quota del 40% mentre Mogol controllava appena il 10%. Mogol non era d'accordo con tale ripartizione (più che per questioni economiche, per questione di principio) e voleva cambiare le quote azionarie della società, ma da Battisti ricevette solo il silenzio.
Su questi eventi sono sorte molte leggende metropolitane: si parlò di banali liti di condominio (i due abitavano nello stesso complesso residenziale, a Dosso di Coroldo) per quanto riguarda la divisione di un piccolo pezzo di terreno o di un tombino (in realtà, a detta di Mogol, questa questione nacque anni più tardi).
Forse più di tutte le altre cause fu determinante la divergenza artistica tra i due, tra un Mogol ancorato a un universo poetico dai ben saldi punti fermi e un Battisti perennemente impegnato a innovare, a sperimentare e a superare se stesso.
Mentre Mogol inizierà una collaborazione con Riccardo Cocciante, per il quale continuerà a scrivere testi simili a quelli che scriveva per Battisti secondo il suo consueto stile alato e sognatore, Lucio continuò la sua strada con Velezia prima e con Pasquale Panella poi, soddisfacendo il suo bisogno di esplorare nuove mete, nuovi orizzonti, nuove esperienze musicali.
Dopo essersi liberato del rapporto con Mogol, che stava diventando pesante e insostenibile, Battisti attraversò un periodo felice e spensierato durante il quale si dedicò ad hobby come il windsurf (praticato assieme all'amico Adriano Pappalardo).
Nel settembre 1982 pubblica l'album E già, lavoro che lascia spiazzato il suo pubblico: si tratta infatti di un disco decisamente diverso dai precedenti, composto di melodie più brevi (solo un brano su 12 supera i quattro minuti di durata), su arrangiamenti completamente elettronici, dove gli unici strumenti sono i sintetizzatori mentre archi e chitarre sono totalmente assenti.
I testi di E già sono scritti dalla moglie di Lucio, Grazia Letizia Veronese, sotto lo pseudonimo Velezia; tuttavia, i numerosi spunti autobiografici presenti nei testi (come la passione per il Windsurf e la gioia di fare e ascoltare musica) fanno ritenere da parte della critica che autore o almeno coautore dei medesimi sia lo stesso Battisti. La canzone Mistero contiene un verso da molti interpretato come un diretto riferimento a Mogol: «Io mi ero lasciato entusiasmare da quel tipo intellettuale appariscente che in fondo in fondo non valeva niente»; effettivamente la tensione tra i due perdurerà per alcuni anni, tanto che Mogol, nel 1990, affermò di non ascoltare più da anni i dischi di Battisti.
Il disco, pur conquistando il primo posto in classifica, non ebbe il riscontro di vendita dei precedenti, complici l'assoluta mancanza di promozione (alla quale Battisti era strenuamente contrario) e caratteristiche eccessivamente "avanzate" per il mercato musicale italiano, come le sonorità elettroniche, cui molti musicisti anglosassoni peraltro facevano già ampiamente ricorso.
E già, oltre che per il suo valore musicale, viene ricordato per il messaggio che Battisti volle comunicare: era avvenuto un cambiamento radicale, e nulla sarebbe più rimasto come prima.
Tra il 1982 e il 1983 collabora con Adriano Pappalardo alla realizzazione degli album Immersione e Oh! Era ora: è proprio durante la lavorazione di Oh! Era ora che conosce il paroliere romano Pasquale Panella, che aveva scritto i testi dell'album.
Nel marzo 1986 Battisti torna sul mercato discografico con l'album Don Giovanni, avvalendosi della collaborazione di Pasquale Panella. L'album contiene melodie più tradizionali, con arrangiamenti che coniugano sonorità elettroniche con quelle tradizionali; i testi, apparentemente privi di senso compiuto, sono densi di giochi di parole e doppi sensi. Don Giovanni ottiene un buon successo di vendite: solo nel primo mese vende 250 000 copie e risulta essere il terzo album più venduto dell'anno.
A partire da quest'anno Battisti pubblicherà con regolarità un disco ogni due anni. Nel 1988 esce l'album L'apparenza. Le vendite di L'apparenza risulteranno peggiori di quelle del precedente Don Giovanni: l'album è il 17° disco più venduto dell'anno.
La produzione di Lucio Battisti non muterà indirizzo nei successivi lavori: il cantautore proseguirà infatti sulla strada della costruzione di melodie assai complesse, inasprendo il carattere elettronico degli arrangiamenti (spesso molto vicini alla techno music) e continuando ad avvalersi dei surreali testi di Panella, sulla base dei quali compone le musiche. Il risultato sarà il dividersi della critica e il disorientamento del pubblico e degli "addetti ai lavori".
Nel 1990 Battisti cambia etichetta, abbandonando la "Numero Uno" fondata insieme a Mogol, a favore della CBS per la quale registra "La sposa occidentale". Questo è il primo disco dal lontano 1972 col quale non riesce a raggiungere il primo posto in classifica, a conferma del fatto che la sua difficile ricerca musicale non viene compresa dalla maggior parte del suo pubblico; tutto ciò nonostante l'album non sia privo di brani gradevoli quali I ritorni, Potrebbe essere sera e la title track La sposa occidentale. Battisti, con apparente presunzione, ma a ragion veduta, si limitava a commentare con gli amici che ogni innovazione musicale da lui introdotta nei suoi dischi veniva poi puntualmente recepita da tutta la musica italiana anni dopo.
Il 1992 è l'anno dell'album intitolato Cosa succederà alla ragazza, stavolta sotto l'etichetta della Sony/Columbia. Battisti persevera sulla strada intrapresa e in particolare in questo disco, quello di minor successo in assoluto, fa ricorso a ritmiche ed arrangiamenti dal suono piuttosto "duro", ormai totalmente orientati verso la techno music.
Nel gennaio 1994, quando il suo nuovo disco è quasi pronto, decide di non rinnovare il contratto con la Sony. L'album esce il 29 settembre di quell'anno sotto l'etichetta Numero Uno. Iintitolato Hegel, risultò deludente sul piano del successo commerciale, e la critica, nonostante fosse rimasta colpita dai richiami filosofici dei testi di Panella, biasimò il ripetersi dell'eccessivo ricorso a sonorità computerizzate e il modo di cantare "freddo" di Battisti.
Negli anni trascorsi dall'uscita del suo ultimo disco al fatale 1998, si parlerà con insistenza di un riavvicinamento artistico tra Lucio e Mogol, ma tali voci non troveranno mai conferma e, comunque, non si concretizzeranno.
Il 30 marzo 1998 Franco Zanetti, pubblicò sul sito www.rockol.it una notizia che destò scalpore: Lucio Battisti, a causa di problemi nel trovare una casa discografica, pubblicava il suo nuovo disco (chiamato L'asola) su Internet, nel neonato sito www.luciobattisti.com. Numerosissimi giornali riportarono la notizia (come il Corriere della Sera, la Repubblica e altre importanti testate nazionali). Il giorno successivo un altro articolo sullo stesso sito dichiarava che si era trattato solo di un pesce d'aprile (spostando l'accento sul nome del disco si ottiene La sola, termine romanesco equivalente a "bufala") messo in scena dalla stessa redazione del sito; anche il sito www.luciobattisti.com era stato realizzato da Zanetti. A causa dell'enorme rilievo che i mass media diedero alla notizia, ancora nei mesi successivi alcuni giornalisti indicarono come ultimo album di Battisti L'asola.
Tra il 29 e il 30 agosto 1998 si diffonde la notizia del ricovero di Battisti in una clinica milanese. Durante gli 11 giorni di ricovero, per volere della stessa famiglia, non viene diffuso alcun bollettino medico. Il 6 settembre le sue condizioni si aggravano e l'8 viene spostato nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale San Paolo di Milano. Lucio Battisti muore la mattina del 9 settembre 1998, all'età di 55 anni; il bollettino medico riporta che «il paziente, nonostante tutte le cure dei sanitari che lo hanno assistito, è deceduto per intervenute complicanze in un quadro clinico severo sin dall'esordio». Ai funerali, celebratisi in forma strettamente privata a Molteno, dove è sepolto, furono ammesse appena 20 persone, tra le quali Mogol, a riconferma della ricomposizione almeno umana del sodalizio. La sua tomba, molto semplice, rimane una costante meta di pellegrinaggi.
Nell'autunno 1998 l'impatto che la notizia della morte ebbe nei mass media suscitò un'onda di commozione talmente imponente da essere stata studiata nella tesi di laurea di una studentessa di scienze della comunicazione dell'università di Salerno.
A distanza di più di dieci anni dalla morte la popolarità di Battisti rimane ancora alta: i suoi brano vengono spesso interpretati dagli artisti della scena musicale attuale in tributi e manifestazioni in suo onore e i suoi album e le sue raccolte, in occasione dell'anniversario della scomparsa, sono tornati nelle classifiche dei dischi più venduti nel 1999, 2005, 2006, 2007, 2008.
La vedova Grazia Letizia Veronese ha deciso di proseguire con la politica protezionistica del marito bloccando manifestazioni e pubblicazioni, non senza sollevare polemiche e dibattiti nelle fila degli appassionati, tra chi considera ciò una giusta protezione contro chi specula sull'arte del musicista e chi invece critica il continuo annullamento di iniziative.
Fonte: wikipedia.org