Biografia Lucio Dalla
Sul piano musicale è uno dei più importanti cantautori italiani, considerando la continuità della sua carriera che sfiora i 50 anni di attività artistica. Originale e intenso paroliere (attività iniziata in una fase relativamente tarda) è anche un valido clarinettista e sassofonista, nonché un discreto tastierista. La sua produzione musicale ha attraversato numerose fasi, dalla canzone italiana nella sua forma tradizionale, alla sperimentazione ritmica e musicale, fino alla canzone autoriale classica.
La sua carriera attraversa quattro periodi: le origini (tra il 1964 e il 1972 con il gruppo musicale "Gli Idoli"), il periodo Roversi (tra il 1973 e il 1976), la maturità artistica (tra il 1977 e il 1993) e la fase pop degli ultimi anni.
Nato a Bologna, il padre è direttore in città del club di Tiro a volo (sarà citato in "Come è profondo il mare": "Babbo, che eri un gran cacciatore di quaglie e di fagiani..."), la madre, Iole Melotti (sarà ritratta nella copertina dell'LP "Cambio" del 1990), è sarta casalinga, e lo zio è Ariodante Dalla, noto cantante melodico popolare negli anni Quaranta e Cinquanta. A sette anni (1950) Dalla perde il padre, che muore stroncato da un tumore, e la madre inserisce il bimbo per il periodo scolastico in un collegio di Treviso, dove trascorrerà le elementari e dove inizierà ad esibirsi nelle recite scolastiche; inizia in quel periodo a imparare a suonare la fisarmonica.
Tornato adolescente a Bologna, si appassiona al jazz: la madre per il suo tredicesimo compleanno gli regala un clarinetto, che il giovane Lucio impara a suonare in fretta, iniziando ad esibirsi in alcuni gruppi dilettantistici della città e mettendosi subito in evidenza. In questo periodo conosce Gianfranco Baldazzi, che diventerà in seguito suo collaboratore.
La madre, di origini pugliesi, ogni anno va in vacanza con in figlio a Manfredonia: da qui nasce l'amore di Dalla per il mare; la mamma inoltre va spesso alle isole Tremiti per fare dei lavori di sartoria (visto che lì non vi erano negozi di moda), e nel 1953 una cliente pagò una serie di lavori con una casa nell'arcipelago: così Dalla comincerà a trascorrervi tutte le estati (e anni dopo aprirà in loco uno studio di registrazione).
Il percorso scolastico non è lineare: inizia ragioneria, ma passa poi al liceo classico e infine al liceo linguistico: la musica lo distoglie dagli studi.
Inizia a suonare come clarinettista in un gruppo jazz bolognese, la Rheno Dixieland Band, di cui fa parte anche Pupi Avati, futuro regista. Nel 1960 partecipa con la Rheno al Primo festival europeo del Jazz, ad Antibes, in Francia. La formazione bolognese si classifica prima tra le "bande tradizionali".
Si fa così notare da un'orchestra di professionisti romani, la "Second Roman New Orleans Jazz Band", composta da Maurizio Majorana, Mario Cantini, Peppino De Luca, Roberto Podio e Piero Saraceni; con essi ha, nel 1961, la prima esperienza in sala d'incisione, suonando il clarino nel brano strumentale Telstar (dedicato all'omonimo satellite artificiale americano e pubblicato dalla RCA su 45 giri).
Il pianista Mario Cantini diventerà in seguito direttore editoriale della RCA, per cui in seguito Dalla inciderà, mentre Podio e Maiorana formeranno i Marc 4.
Alla fine del 1962 entra invece nei Flippers di cui fanno parte anche il futuro critico musicale Fabrizio Zampa, il futuro tastierista del "Maurizio Costanzo Show" Franco Bracardi e il futuro cabarettista Massimo Catalano, e con essi (oltre ad incidere vari dischi) collabora ad alcune incisioni dei 45 giri del cantautore Edoardo Vianello (come "Arrivano i mostri" e la notissima "I Watussi"), che i Flippers accompagnano anche nelle tournée.
Come ha raccontato lo stesso Dalla a "Torinosette" (settimanale de "La Stampa"), proprio con i Flippers firmò il primo contratto della sua vita: era il 1962 (poco prima di iniziare la collaborazione con Vianello), e firmò per una serie di serate da effettuarsi nella sala "Le Roi Lutrario" di Torino, dove avrà dei problemi con i padroni del locale che non approvano la sua abitudine di esibirsi... a piedi nudi, senza calze.
Ciò spiega, forse, il suo attaccamento a Torino, città in cui nel corso degli anni ha ambientato spesso canzoni (da "Un'auto targata TO" a "Mela da scarto" fino a, se vogliamo, "Intervista con l'Avvocato", dialogo con uno dei torinesi più noti al mondo, l'Avvocato Gianni Agnelli).
Proprio nel periodo con i "Flippers", verso la fine delle serate, è solito esibirsi in estemporanei vocalizzi in stile scat (stile nel quale si cimentava durante gli anni 50 e 60 anche Adriano Celentano): è possibile ascoltare l'abilità di Dalla in un LP dei Flippers, intitolato "At Full Tilt", nella canzone Hey you, in cui appunto Dalla canta in scat.
Coltiva lo studio dello stile vocale di James Brown, noto cantante di rhythm and blues, con un uso della voce volutamente disarmonico e aspro e la tendenza jazzistica di decorare le linee melodiche vocali con impreviste variazioni ai limiti delle allora logiche musicali.
Durante il Cantagiro del 1963 Gino Paoli ha modo di conoscerlo, di ascoltarlo e di convincerlo di tentare la carriera come solista, come racconta Massimo Catalano: «Lucio suonava con me nel complesso dei "Flippers", partecipammo nel 1963 al Cantagiro con un brano intitolato I Watussi, insieme a Edoardo Vianello. A quella manifestazione partecipava anche Gino Paoli, che ci rubò letteralmente Lucio, facendolo diventare un cantante del suo clan. Noi ci incavolammo molto con Gino».
Nel 1964, quando Dalla ha 21 anni, esce il suo primo disco da solista: il 45 giri con Lei e Ma questa sera (quest'ultima è la cover di Hey little girl di Curtis Mayfield), e viene pubblicato dalla ARC, casa discografica distribuita dalla RCA Italiana, per cui Dalla inciderà i primi 45 giri e il suo primo LP.
Il suo esordio al Cantagiro nel 1964, in cui presenta Lei, scritta da Paoli, è però deludente, e sia durante le serate itineranti che (specialmente) durante gli spostamenti della carovana viene fatto segno di lanci di ortaggi e derrate alimentari, a causa della sua proposta musicale - atipica per l'epoca - e del suo look trasgressivo: «Fu un fiasco di rimarchevoli proporzioni, ogni sera infatti raccattammo una buona dose di fischi e di pomodori, uno spettacolo nello spettacolo, che durò quanto la manifestazione. Lucio, in ogni modo, si mostrò veramente un duro, e non si lasciò abbattere».
Ritorna comunque al Cantagiro l'anno successivo con "L'ora di piangere", scritta da Sergio Bardotti, che non riesce ad ottenere successo.
Forma un suo gruppo di accompagnamento con musicisti bolognesi, "Gli Idoli", con i quali incide il primo album, intitolato 1999, uscito l'anno successivo, che alterna brani poco significativi, come LSD e Le cose che vuoi, a bei brani come l'incalzante title-track e Tutto il male del mondo, la più elaborata musicalmente; entrambe riappariranno in seguito, negli album Canzoni e Ciao (la seconda con testo cambiato diventerà Amici).
I brani più noti sono, però, Quand'ero soldato e Paff....bum!, presentata qualche mese prima al festival di Sanremo del 1966 in coppia con gli Yardbirds.
Sempre nel 1966 Dalla e gli Idoli registrano un 45 giri con lo pseudonimo "The Group": il 45 giri, contenente sul lato A See saw e sul retro Cool jerk, riscuote un buon successo, nonostante la mancanza di promozione.
A Sanremo torna anche l'anno dopo, con Bisogna saper perdere, eseguita in coppia con i Rokes di Shel Shapiro: il 1967 è anche l'anno del suicidio di Luigi Tenco, che aveva collaborato con Dalla per uno dei testi del primo disco, Mondo di uomini, e con cui era diventato amico («Con Tenco avevo avuto rapporti di amicizia e di collaborazione. Andammo a Sanremo insieme, prendemmo la camera vicina, e la sua morte mi sconvolse...non dormii per un mese»).
Sempre nel 1967 si ha la sua partecipazione ad un film d'autore (più rilevante dei "musicarelli" in cui ha l'occasione di cantare, come ad esempio Little Rita nel West o Quando dico che ti amo): recita infatti ne I sovversivi, opera dei fratelli Paolo e Vittorio Taviani, ed è addirittura in lizza per la vittoria della Palma come migliore attore alla Mostra di Venezia («Il film ebbe successo, io ero in lizza per vincere la palma come miglior attore, poi per ragioni, diciamo così, di organizzazione politica la dettero ad un attore jugoslavo»).
Successivamente Dalla attraversa un itinerario comune a parecchi autori beat prima maniera, pubblicando brani meno ambiziosi e significativi, tra cui si distinguono comunque alcuni pezzi di grande spessore musicale come Lucio dove vai e soprattutto Il cielo, con cui partecipa al Festival delle rose.
Nel 1969 ha un discreto successo con la canzone "Fumetto", che viene scelta dalla Rai come sigla del programma di cartoni animati della Tivù dei ragazzi "Gli eroi di cartone".
All'inizio del nuovo decennio incide l'album Terra di Gaibola (Gaibola nonostante il nome apparentemente esotico è un sobborgo di Bologna) con almeno 4 canzoni considerate tra le migliori della sua produzione (Il fiume e la città, Orfeo bianco, Non sono matto o la capra Elisabetta, scritta ancora con Gino Paoli e Africa) più una reinterpretazione di Occhi di ragazza scritta originariamente per Gianni Morandi e qualche pezzo meno famoso come Dolce Susanna scritta per un giovanissimo Ron, Il mio fiore nero e la sperimentale KO. Completano il disco la già citata "Fumetto" e "Sylvie", pubblicata qualche mese prima su 45 giri.
Dalla porta al Festival di Sanremo del 1971 una oleografica "canzone popolare": 4 marzo 1943, testo scritto da Paola Pallottino, che gli vale il terzo posto assoluto. Il brano - che rappresenta in qualche modo una sintesi fra la tradizione colta e quella popolare - verrà interpretato in francese, nello stesso anno, da Dalida (il testo sarà firmato da Pierre Delanoé), la quale ne offrirà un'interpretazione asciutta e raffinata, carica di rimandi vocali e gestuali alla tradizione neo-realista. In quell'anno esce l'LP "Storie di casa mia", che contiene tra le altre: Un uomo come me, La casa in riva al mare (bella storia di un carcerato), Il gigante e la bambina (scritta per Ron), Per due innamorati, e Itaca, dialogo metaforico di un marinaio di Ulisse al suo capitano, dove ai cori Dalla fa cantare gli impiegati della RCA, la sua casa discografica di allora (qualche anno dopo Dalla spiegherà la canzone come una metafora della ribellione del proletariato, rappresentato dai marinai, agli industriali raffigurati da Ulisse).
L'anno dopo partecipa ancora a Sanremo con "Piazza Grande", bel brano alla cui musica collabora Ron, che viene pubblicato solo su 45 giri, come anche "Sulla rotta di Cristoforo Colombo", pubblicata qualche mese dopo e scritta insieme a Edoardo De Angelis.
Nel 1973 Dalla decide di cessare la collaborazione per i testi con Sergio Bardotti e Gianfranco Baldazzi (autori di quasi tutte le sue canzoni incise finora), e si rivolge al poeta bolognese Roberto Roversi per una collaborazione che attraverserà 4 anni e tre album e che la critica definisce fondamentali per la canzone d'autore italiana: ancora sperimentale il primo (Il giorno aveva cinque teste), di interpretazione a volte difficile, ma proprio per questo ricco di tematiche e di possibili livelli di lettura; risaltano canzoni come "Un'auto targata TO", "La canzone di Orlando", "L'operaio Gerolamo", "Il coyote", "Il grippaggio".
Molto più accessibile e diretto è il secondo disco del 1975 (Anidride solforosa), più adeguato alla forma-canzone, e in cui la collaborazione diventa totale: "Mela da scarto" (sulla delinquenza minorile, in cui viene citato il Ferrante Aporti, riformatorio di Torino), "Le parole crociate", "Tu parlavi una lingua meravigliosa" e la stessa title-track (anni dopo incisa in coppia da Francesco De Gregori e Angela Baraldi) sono le canzoni più significative.
Per il suo essere tuttora attuale è anche da ricordare Carmen Colon, in cui viene affrontato il modo morboso dei mass media di affrontare i casi di cronaca nera.
Sempre nel 1975 inizia la collaborazione con De Gregori (con il quale l'anno precedente Dalla ha anche tenuto alcuni concerti, insieme ad Antonello Venditti e Maria Monti, da cui è tratto il disco dal vivo Bologna 2 settembre 1974 (dal vivo)): scrivono insieme la musica per "Pablo", che De Gregori incide nel suo disco "Rimmel" e per "Giovane esploratore Tobia", incisa l'anno dopo in "Bufalo Bill".
Come ultimo parto, la coppia Dalla-Roversi nel 1976 concepisce uno spettacolo, intitolato "Il futuro dell'automobile e altre storie", che riscuote successo, al punto di essere trasmesso anche dalla Rai (seppure in seconda serata): Dalla, spinto dalla casa discografica, decide quindi di incidere alcune canzoni dello spettacolo, contro il volere di Roversi che decide di non firmare il disco (che si intitolerà Automobili) e di depositarle alla Siae usando uno pseudonimo, Norisso.
Così racconta il poeta: «Non ho voluto sottoscrivere il 33 giri Automobili. È un tattico stravolgimento da parte della casa discografica del filo rosso argomentante che sottostava allo spettacolo Il futuro dell'automobile».
Ciò comporta la fine della collaborazione tra i due; le canzoni non scelte da Dalla (e che hanno testi molto più politicizzati di quelli dei brani incisi, ricordiamo ad esempio I muri del '21, La signora di Bologna, Assemblaggio, Rodeo e Statale adriatica, chilometro 220) resteranno inedite, tranne una, "Ho cambiato la faccia di un Dio", che Dalla inciderà nel 1990 nel disco "Cambio" cambiando, appunto, il titolo in "Comunista" e modificando alcune strofe.
Automobili, che nella sua programmatica monotematicità è il più eterogeneo dei tre, viene premiato dalle vendite grazie soprattutto alla canzone "Nuvolari"; è il primo disco in cui collaborano con Dalla quattro musicisti che, anni dopo, daranno vita agli Stadio (Giovanni Pezzoli, Marco Nanni, Ricky Portera e Gaetano Curreri).
Tra le altre canzoni del disco molto nota è "Il motore del duemila", e divertente "Intervista con l'Avvocato" (anche se con il testo ridotto rispetto alla versione dello spettacolo), in cui Dalla, usando il suo celebre scat, immagina un'intervista con Gianni Agnelli.
Così Dalla racconterà la separazione dal poeta: «A un certo punto ci siamo divisi su come organizzare il nuovo lavoro: lui lo voleva in maniera estremamente rigorosa, impostata verso un approfondimento del linguaggio dei nostri lavori precedenti, per esempio lui voleva parlare ancora essenzialmente con un linguaggio politico, mentre io non ero d'accordo, perché bisognava allargare più contatti col pubblico».
Avviene a questo punto un nuovo strappo nella carriera di Dalla che, molto socievole e sostanzialmente un po' insicuro dietro la maschera difensiva della sua "clownerie", fino a quel momento aveva sentito il bisogno di appoggiarsi di volta in volta ad un qualche collaboratore per i testi vivendo di fatto anche l'inevitabile senso di inferiorità culturale verso colleghi intellettuali e di solito acculturatissimi; frustrato da una collaborazione con Roversi entrata in crisi subito dopo aver dato i suoi frutti migliori, Dalla decide di diventare referente unico della sua musica e di lì in avanti sarà in tutti i suoi album sia compositore che paroliere, senza però smettere di frequentare artisti, poeti e scrittori come, ad esempio, Mimmo Paladino, Aldo Mondino, Pier Vittorio Tondelli, Michelangelo Pistoletto, Enrico Palandri, Giacomo Campiotti, Gian Ruggero Manzoni, Andrea Pazienza, Enzo Cucchi, Luigi Ontani.
Pubblica nel 1977 Come è profondo il mare (con Quale allegria e Disperato erotico stomp): il disco viene visto da molti fan come un tradimento ed un cedere ad esigenze commerciali, ed in tal senso lo attaccherà Roversi: «Ha voluto semplicemente essere lasciato in pace a cantare il niente. Sono scelte industriali, non sono scelte culturali».
Conquista però molti nuovi appassionati; una certa pubblicità al disco si ha anche per le polemiche legate al linguaggio di Disperato erotico stomp (così dalle pagine de L'espresso il cantautore viene attaccato da Sergio Saviane: «Dalla, per fare troppo lo spiritoso o per far vedere che soffre, condisce i suoi spaghetti canori miliardari con i luoghi comuni della miseria e del sesso sottoproletario: siamo arrivati al populismo della masturbazione bolognese. Che bisogno c'è di tanti culi, fiche, peli o pippe per mandare un messaggio?»).
Come è profondo il mare è seguito da un disco ancora più famoso nel 1979, Lucio Dalla (con Anna e Marco, L'ultima luna, L'anno che verrà), che raggiunge il milione di copie vendute, bissato nel 1980 da Dalla (Futura, Cara, Balla balla ballerino).
Anche le tournée legate alla promozione dell'album riscuotono grande successo: a Torino, ad esempio, la sera del 4 aprile 1979 si presentano ben 20.000 persone per ascoltare il suo concerto, e poiché il Palasport ha una capienza, all'epoca, di 15.000 spettatori, restano fuori dai cancelli 5000 persone.
Tra i due album citati c'è il 45 giri Ma come fanno i marinai, scritto e cantato in collaborazione con Francesco De Gregori. Il brano è nato in modo abbastanza casuale, come racconta il cantautore romano: «La canzone, forse la gente non ci crede, è nata a pranzo, quando, dopo il caffé, ci siamo messi a suonare insieme».
Ad esso fa seguito qualche mese dopo Banana Republic, tour dei due cantautori (seguito da disco e film) che riempie nel 1979 gli stadi di tutta Italia, e che è lanciato da un concerto nel luglio dell'anno precedente allo stadio Flaminio di Roma, con ben quarantamila spettatori.
Nel 1981 pubblica Q disc (con Telefonami tra vent'anni) e due anni dopo l'incompreso 1983, che induce Dalla a cambiare rotta musicale: abbandona gli Stadio, ormai avviati ad una carriera come gruppo, ed inizia a collaborare con Mauro Malavasi, che accentua la ritmica degli arrangiamenti: il risultato è Viaggi organizzati, con la famosissima Tutta la vita, incisa anche in inglese da Olivia Newton-John e cantata anche anni dopo da De Gregori dal vivo, e Washington, con la parte musicale scritta da Tullio Ferro, storico autore di musiche per Vasco Rossi.
Nel 1986 torna a lavorare con gli Stadio per l'ottimo e sottovalutato album Bugie (dove partecipano come batterista e autore Giovanni Pezzoli e come corista Gaetano Curreri) e poi parte in tour con la band al completo (Ricky Portera, Marco Nanni, Aldo Fedele, Roberto Costa + Pezzoli e Curreri) per una serie di concerti all'estero culminati con le esibizioni negli Usa da cui verrà tratto il doppio LP live DallAmeriCaruso.
Memorabile è l'unico brano inedito dell'album, Caruso, che regalerà nuovamente a Dalla un successo incredibile che da anni stentava ad arrivare.
Nel 1988 arriva una nuova, trionfale esperienza ovvero DallaMorandi, disco (con inediti scritti da Mogol, Lavezzi, Battiato, Stadio e Ron) e lunghissimo tour (anche all'estero) nel quale i due miti della musica italiana, accompagnati (per l'ultima volta) dagli Stadio giocano a scambiarsi i brani, raccontando la loro storia e incantando il pubblico che interviene numerosissimo ad ogni concerto.
Rai 1 manda in onda in diretta la tappa conclusiva del tour estivo da Taormina (con la regia di Gabriele Salvatores) che avrà picchi di ascolto notevoli.
In seguito verrà tratta anche una vhs/dvd della data invernale registrata a Venezia e un ulteriore album intitolato DallaMorandi in Europa.
L'avventura DallaMorandi chiude definitivamente, e con qualche polemica, la lunga collaborazione tra Dalla e gli Stadio e lancia la giovanissima Angela Baraldi, presente nel tour come corista e in seguito affermatasi come cantante solista (inizialmente prodotta proprio da Dalla) e anche attrice.
Per almeno 10 anni Lucio Dalla mette d'accordo critica e pubblico, come in quel periodo solo Franco Battiato è capace di fare con i suoi dischi. Parecchi cantautori della generazione successiva gli saranno espliciti debitori (Luca Carboni, Samuele Bersani e Biagio Antonacci, leggendaria la collaborazione con De Gregori; echi dalliani sono percepibili anche nella triade emiliana Rossi-Zucchero-Ligabue).
Particolarissimo lo stile poetico del Dalla paroliere, per certi versi antitetico a quello di cantautori "classici" come Guccini, De André, De Gregori, Baglioni e Vecchioni: la sua scrittura ovviamente non ha alcuna pretesa di erudizione o formalismo, gioca a volte con allegria e a volte con inquietudine con la lingua di tutti i giorni, corre sul crinale della libera associazione e delle assonanze.
"Siamo noi, siamo in tanti, ci nascondiamo di notte per paura degli automobilisti, dei linotipisti. Siamo i gatti neri, siamo pessimisti, siamo i cattivi pensieri, e non abbiamo da mangiare..." è l'incipit di indubbio impatto della sua carriera di paroliere, la prima strofa della ballata Come è profondo il mare che apre il suo primo, omonimo, album, mentre il successivo si aprirà in modo ancora più ermetico-onirico con "La settima luna era quella del Luna Park, lo scimmione si aggirava tra la giostra e il bar, mentre l'angelo di Dio bestemmiava facendo sforzi di petto, grandi muscoli e poca carne, povero angelo benedetto...". Il Dalla della maturità sembra parlare dei suoi sogni e mettere a nudo un mondo emozionale di grande ricchezza e intensità, parlando sempre in prima persona, a differenza di molti colleghi cantautori di quel periodo.
Il fascino per il mare, che raggiungerà il vertice in Nun parlà di fine secolo; il gusto di coltivare una affettività ancora adolescenziale (Stella di mare e Futura potrebbero essere scritte sul diario scolastico di un liceale di talento); gli sconcertanti passaggi fra il drammatico e il comico (il "qui non si vede un casso" del pilota di Washington e l'ancora più accorato "ma che andassero a cagare" dell'astronauta abbandonato nello spazio di Stornello, e tutte intere la quasi bunueliana Il toro e Merdman che gioca il tema dell'emarginazione e dell'alterità con una stupefacente levità nel personaggio dell'alieno che cerca disperatamente di integrarsi nei nostri stanchi rituali e finisce ospite di un talk-show) sono alcuni fra i tratti caratteristici dei suoi testi, mentre le musiche diventano sempre più cantabili ed accattivanti dopo la fase della ricerca sonora e vocale del primo scorcio di carriera e le difficoltà di coniugazione dei due mondi del periodo-Roversi.
Superati i cinquant'anni, Dalla abbandona quasi completamente gli istrionismi. Nell'ultimo decennio i suoi album restano ottime raccolte di canzone d'autore tra cui vanno ricordati Cambio del 1990 (con il successo del singolo Attenti al lupo scritto da Ron) e il malinconico Henna del 1993, ricco di piccole perle intimiste e momenti di follìa pura (come nell'ironica Merdman).
Nel 1996 esce Canzoni e ancora una volta l'album è trainato da un singolo di grossa presa popolare ovvero Canzone, scritta da Samuele Bersani, giovane pupillo di Dalla.
Dopo il mediocre Ciao del 1999, Dalla apre il nuovo millennio con Luna Matana del 2001, contenente brani come: Siciliano con la partecipazione di Carmen Consoli, Kamikaze, Zingaro, Baggio Baggio e Agnese delle Cocomere con la partecipazione di Ron, brano dedicato ad uno storico ritrovo di Bologna frequentato oltre che da Lucio Dalla anche da altri cantanti e personaggi dello spettacolo come Gianni Morandi, Cesare Cremonini, Biagio Antonacci, Vasco Rossi, Enzo Iacchetti e molti altri, il brano non è solamente dedicato al locale ma anche ai bolognesi e alla bolognesità.
Dalla si è dedicato anche alla composizione ad ampio respiro (con la sua "Tosca Amore Disperato" brano interpretato con la partecipazione di Mina, secondo molti critici musicali è andato ben oltre la dimensione della musica leggera), ha sfoltito ma nobilitato la sua attività live.
Ha interpretato musiche di Vivaldi con i Solisti Veneti di Claudio Scimone. Scrive le musiche del film Prima dammi un bacio di Ambrogio Lo Giudice dove tra i protagonisti figura Luca Zingaretti. Supervisiona le musiche della soap opera Sottocasa in onda su Raiuno.
Dalla si esprime efficacemente anche come talent scout e negli ultimi anni riesce a dedicarsi ad iniziative che puntano a rivitalizzare il panorama musicale italiano. Tra le altre iniziative il Lucio Dalla Music Club organizzato prevalentemente con l'ausilio del web.
Nel febbraio 2007 torna ad esibirsi con Ron, in uno spettacolo accompagnato da un'orchestra d'archi, dal violinista Lino Cannavacciuolo, dalla compagnia di mimo e danza Kataklò e la regia curata da Pepi Morgia; nello stesso periodo inizia a collaborare con Mario Tutino, sovrintendente e direttore artistico del Teatro Comunale di Bologna per un progetto sul "Pulcinella" di Igor Stravinskij, del 1920.
Quest'opera del musicista russo viene messa in scena dal 18 al 27 marzo 2007, con la regia di Lucio Dalla e le coreografie di Luciano Cannito per il primo ballerino, il crotonese Alessandro Riga, mentre l'orchestra è diretta dal maestro David Agler, abbinata all'"Arlecchino" di Ferruccio Busoni (del 1917), che vede come primo attore Marco Alemanno: Dalla opera un intervento scenografico sulle due opere, spostandone l'azione a New York (per "Pulcinella") e in un paesino delle colline tosco-emiliane per "Arlecchino". I DVD degli spettacoli sono stati prodotti da Gianni Salvioni e pubblicati dalla casa discografica Ermitage Ha cantato al trofeo "Birra Moretti" allo stadio San Paolo di Napoli, squadra di calcio per cui ha manifestato la sua passione, l'8 agosto 2007.
Nel gennaio 2008 ha rilasciato una intervista al quotidiano cattolico online Petrus dedicato al pontificato di Papa Benedetto XVI dove afferma di non essere "mai stato né marxista, né comunista" ma di ispirarsi a San Josemaría Escrivá de Balaguer fondatore dell'Opus Dei. Tuttavia, in una successiva apparizione televisiva, ha dichiarato di essere stato male interpretato: nell'intervista ha semplicemente asserito di essere concorde con le affermazioni riguardanti il lavoro fatto dal fondatore dell'Opus Dei, il cui nome ed il relativo pensiero aveva sentito per la prima volta in quell'occasione. Nella medesima partecipazione televisiva ha dichiarato inoltre di essere una persona avulsa dal senso di vergogna, e di portare un parrucchino.
Sempre nel 2008 Lucio Dalla mette in scena L'opera del Mendicante di John Gay, interpretata dalla cantante e attrice Angela Baraldi e Peppe Servillo degli Avion Travel. Lo spettacolo ha debuttato al teatro Duse di Bologna il 31 marzo.
Il 7 luglio 2008 il cantautore bolognese presenta l'inno ufficiale della squadra olimpica italiana, intitolato Un uomo solo può vincere il mondo ed appositamente composto per i Giochi di Pechino.
A dicembre, il cantante recita in Artemisia Sanchez su Raiuno; per tale miniserie scrive e canta il tema d'apertura.
Il 2010 si apre con la notizia, che viene data il 2 gennaio, di un concerto insieme di Dalla con Francesco De Gregori, a trent'anni da Banana Republic, al Vox club di Nonantola, con la denominazione Work in progress.
Il concerto, che in breve tempo diventa "tutto esaurito" in prevendita fa da preludio ad una serie di concerti insieme che vengono annunciati proprio in occasione della data di Nonantola e che si svolgeranno nel mese di maggio a Milano e Roma; nel corso della serata i due presentano, oltre alle canzoni note, un inedito intitolato Non basta saper cantare ed annunciano l'uscita, in occasione del tour, di un album realizzato insieme, intitolato Work in Progress.
Il 22 marzo 2010 conduce insieme a Francesco De Gregori la nuova trasmissione televisiva di Rai 2, intitolata Due, durante la quale i cantanti si esibiscono singolarmente ed in duetto in cover e brani del loro repertorio.
Il tour continua per tutto il 2010 e buona parte del 2011.
Come degna conclusione di questo tour, i due partecipano al concerto del 1 maggio, presentato da Neri Marcorè, come punta di diamante dell'evento.
Il 6 luglio 2011 è tra i principali firmatari dell'appello promosso dalla SIAE atto a sostenere l'azione di lobby affinché venga difesa e approvata, nella sua prima e più stringente stesura, la delibera AgCom (presieduta da Corrado Calabrò) 668/2010; delibera che dichiara lo scopo di combattere possibili violazioni del diritto d'autore e di proteggere gli interessi economici legati all'industria discografica e del multimediale in rete; grazie a questa delibera, all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, semplice autorità amministrativa indipendente di nomina politica, si dovrebbe dare il potere di bloccare, oscurare, censurare e cancellare qualsiasi sito sospettato di violare un copyright, tramite una semplice azione amministrativa (anche indotta dalla segnalazione della lobby che si ritenesse danneggiata), senza una previa azione dell'autorità giudiziaria che dovrebbe appurare l'effettiva presenza del reato.
Nel 2012 è tornato al Festival di Sanremo a quarant'anni dall'ultima partecipazione, accompagnando il giovane cantautore Pierdavide Carone con il brano Nanì, del quale è anche co-autore.
Il 1º marzo 2012 si spegne all'età di 68 anni a Montreux, in Svizzera, per un infarto, mentre era in tournée. Tre giorni più tardi avrebbe festeggiato il suo sessantanovesimo compleanno sul palco del teatro du Léman a Ginevra.
Fonte: wikipedia.org