Biografia Nanni Svampa
Nanni Svampa nasce a pochi anni dal conflitto mondiale, a Porta Venezia, uno degli antichi ingressi della Milano medievale ancora esistenti. Era zona popolare, abitata da operai e impiegati, che vivevano a continuo contatto nelle case di ringhiera, abitazioni che si affacciavano su un cortile comune e in comune dividevano anche la vita quotidiana. Questa formazione popolana verrà rafforzata dallo scoppio del conflitto. Trasferitosi come sfollato a Porto Valtravaglia, piccolo comune in provincia di Varese ed adagiato sulle sponde del Lago Maggiore, crescerà in un mondo ancora rurale e provinciale, che molto influirà nel suo futuro artistico.
Dopo la maturità scientifica, Svampa, consigliato e convinto dal padre, si iscrive alla Bocconi, dove si laureerà in Economia e commercio. L'esperienza maturata nella ricerca di un primo impiego confacente alle volontà paterne gli ispirò la canzone "Io vado in banca", portata poi al successo nella cabarettistica interpretazione de I Gufi.
Durante il periodo universitario, nel 1959, si avvicina al mondo musicale, fondando, e partecipando come voce e chitarra, il complesso de I soliti Idioti. La natura goliardica delle prime avventure sul palco subiscono un arresto nel 1960, quando Svampa inizia ad ascoltare e ad apprezzare le interpretazioni di Georges Brassens. Nel 1961, arruolato nel servizio di leva, con il tempo a disposizione, inizia a tradurre Brassens, dal francese al dialetto milanese. Questo esercizio continuo di apprendimento delle espressioni dialettali, lo avvicinerà molto alle canzoni popolari e alle tradizioni musicali lombarde.
Dopo lo scioglimento dei Gufi, Nanni Svampa continua la collaborazione con Patruno, incentrando la sua attività negli spettacoli teatrali, quali Addio Tabarin e Un giorno dopo l'altro, e soprattutto nella creazione di un' antologia delle canzoni popolari milanesi.
Suddivise in dodici volumi, Milanese - Antologia della canzone lombarda, rappresenta una delle maggiori collezioni di studio e ricerca sulla storia musicale e dialettale della città.
Parallelamente non cessa il suo interesse verso Brassens, del quale continuerà a curare le traduzioni, sia in italiano che in milanese, delle sue canzoni.
Fonte: wikipedia.org