Biografia Peter Gabriel
Dopo aver raggiunto il successo nel celebre gruppo dei Genesis come vocalist, flautista e percussionista, ha intrapreso la carriera solista. Recentemente è stato impegnato nella produzione e promozione della world music e nello studio di nuovi metodi di distribuzione della musica online. È anche noto per il suo costante impegno umanitario.
Nel 1966 Gabriel è ancora uno studente della Charterhouse Public School e assieme ad alcuni suoi compagni forma un il gruppo Garden Wall. Dopo alcuni mutamenti nell'organico e nell'impostazione musicale, il gruppo l'anno dopo si trasforma in Genesis. Ne fanno parte Tony Banks, Anthony Phillips, Mike Rutherford e il batterista Chris Stewart. Il nome del gruppo viene suggerito da un altro studente della Charterhouse, Jonathan King, che sarà anche produttore del primo album: From Genesis to Revelation.
Come amante della musica soul, il cantato di Peter Gabriel si ispira a varie fonti, ma in modo particolare a Nina Simone, a Gary Brooker dei Procol Harum e a Cat Stevens per il quale Gabriel suona il flauto nell'album Mona Bone Jakon del 1970.
I Genesis si affermano dapprima in Italia, Belgio, Germania e in altri paesi europei per poi raggiungere il successo anche in patria. La fama della band è in gran parte dovuta proprio all'esuberante presenza scenica, al trucco e ai costumi di Peter Gabriel, e alle sue parti recitate che introducono ogni brano musicale nelle esibizioni dal vivo. Il fondale utilizzato dai Genesis a quel tempo è un telo bianco fluorescente, con numerose luci ultraviolette puntate su un palco relativamente sgombro, in modo che tutti i componenti appaiano come delle silhouette e che invece risaltino i costumi colorati e il trucco di Peter Gabriel.
Tra i costumi più famosi indossati da Gabriel (pensati dallo stesso come un modo per superare la sua paura del palcoscenico) ricordiamo "The Flower" (indossato per "Supper's Ready", dall'album Foxtrot), Magog (sempre per Supper's Ready), Britannia (per Dancing with the Moonlit Knight, dall'album Selling England by the Pound), The Old Man (per The Musical Box, dall'album Nursery Cryme), Rael (per quasi tutte le esibizioni legate all'album The Lamb Lies Down on Broadway) e "The Slipperman" (per "The Colony of Slippermen") tratta dallo stesso LP.
L'abbandono di Gabriel (che sconvolge i fan del gruppo e mette in serio dubbio la sopravvivenza della band stessa) è il risultato di numerosi fattori. I Genesis avevano sempre operato come un collettivo, ma l'attenzione riservata dai media alla figura di Gabriel porta alla paura che egli venga ingiustamente considerato l'unica fonte creativa del gruppo. Le tensioni aumentano a partire dall'ambizioso concept album The Lamb Lies Down on Broadway, interamente concepito da Gabriel e che vede il suo completo sopravvento sulla stesura dei testi. Durante la composizione dell'album, Peter Gabriel viene contattato dal regista William Friedkin, interessato a trarre un film dalla short story contenuta nel libretto dell'album. L'interesse di Gabriel in questo progetto cinematografico contribuisce ulteriormente all'abbandono del gruppo. Tale decisione viene presa prima dell'inizio del tour in supporto di The Lamb Lies Down on Broadway, ma Gabriel rimarrà sino alla sua completa conclusione.
Il definitivo punto di rottura arriva in seguito alla travagliata gravidanza e nascita della prima figlia di Gabriel, Anna. Quando egli decide di stare al fianco della figlia malata invece di registrare e andare in tour, il risentimento del resto del gruppo porta Gabriel al definitivo abbandono. Questa storia è stata anche da lui raccontata nella canzone Solsbury Hill.
Gabriel si è rifiutato di dare un titolo ai suoi primi quattro album da solista poiché voleva che fossero considerati come dei numeri di una rivista più che come opere indipendenti. Questi primi album vengono comunemente differenziati usando un numero secondo l'ordine di pubblicazione o a seconda dell'immagine di copertina. Abbiamo dunque I, II, III e IV o anche rispettivamente Car, Scratch, Melt e Security. Anche dopo aver acconsentito a dare un titolo ai suoi lavori, Peter Gabriel ha sempre usato parole di una sillaba: So, Us e Up. Anche la sua ultima raccolta di successi ha un titolo molto breve, Hit.
Gabriel registra il suo primo album solista tra il 1976 e il 1977 affiancato dal produttore Bob Ezrin; l'album, come detto, viene semplicemente chiamato col nome dell'artista, l'affascinante copertina è ad opera dello Studio Hypgnosis. Le sonorità non sono molto lontane in realtà da quelle del gruppo appena abbandonato ed il materiale contenuto nell'album è di ottima qualità: il primo successo arriva col singolo "Solsbury Hill", un pezzo autobiografico che racconta i suoi pensieri sull'abbandono dei Genesis. Nella canzone Gabriel canta, "My friend would think I was a nut..." ("I miei amici penseranno che sono pazzo...") alludendo alla sua decisione di intraprendere un periodo di introspezione e riflessione, coltivando cavoli, suonando a lungo il pianoforte, praticando lo yoga e il training autogeno e passando più tempo con la propria famiglia. Pur soddisfatto del suo primo album, Gabriel ritiene che la canzone Here Comes the Flood sia stata "iperprodotta". Una versione molto più semplice è stata pubblicata da Robert Fripp nel suo album Exposure. Un'altra versione molto scarna con solo voce e pianoforte è invece presente nelle raccolte di Gabriel Shaking the Tree (1990) e Hit (2002). Per Solsbury Hill viene realizzato il suo primo videoclip, seguito subito da Modern Love, diretto da Peter Medak e girato su delle scale mobili.
Gabriel collabora col chitarrista Robert Fripp (King Crimson) che nel 1978 produce il secondo album solista dell'ex-Genesis. Questo album è più oscuro e sperimentale, segna l'abbandono di sonorità progressive e contiene alcuni pezzi validi, ma nessun grande successo commerciale.
Il terzo album di Peter Gabriel, pubblicato nel 1980, vede la collaborazione con Steve Lillywhite che aveva precedentemente prodotto i primi lavori degli U2. Da canzoni come Games Without Frontiers e Biko si può incominciare a notare il nuovo interesse di Gabriel per la world music (specialmente per le percussioni). Da notare anche la particolare produzione e il largo uso di effetti sonori. Ad esempio: la totale assenza di piatti dalla batteria, una scelta sonora destinata a influenzare la produzione di molti dischi pop e rock negli anni ottanta. Per la prima volta Gabriel è al #1 in U.K.. Per Games Without Frontiers viene realizzato un clip da David Mallet.
Le sessioni di registrazione presso la sua casa in campagna tra il 1981 e il 1982, affiancato dal co-produttore e tecnico David Lord, portano alla pubblicazione del quarto lavoro di Peter Gabriel. Security (così la Geffen ordinò di chiamarlo negli U.S.A.) fu in assoluto il primo album a venire interamente registrato su nastri digitali. In Security è stata utilizzata la prima e costosissima versione del sintetizzatore Fairlight. Gabriel combina così una varietà di campionature e suoni con percussioni tribali e altri strumenti poco conosciuti, in modo da creare un'atmosfera completamente nuova sia dal punto di vista sonoro che emozionale. Inoltre, la copertina contiene un'immagine imperscrutabile e inquietante. Nonostante il suono peculiare dell'album e i temi talvolta ardui, l'album vende bene. Il singolo Shock the Monkey diviene una hit grazie anche a un video diretto da Brian Grant per l'epoca molto rivoluzionario.
Subito dopo, Gabriel viene invitato dal regista Alan Parker a scrivere le musiche per il film Birdy - Le ali della libertà; la colonna sonora include sia brani inediti che riletture in chiave strumentale di brani già contenuti nel terzo e quarto album.
Gabriel ha intrapreso un tour per ognuno dei suoi primi quattro album. Lo stile dal vivo era lo stesso utilizzato ai tempi dei Genesis, alle volte anche più spettacolare e drammatico. Acrobazie, giochi di specchi, trucchi e costumi eccentrici erano la norma. Nel tour del 1982/1983 Gabriel suonò in apertura a un concerto di David Bowie; critica e pubblico furono dell'opinione che Gabriel avesse messo in ombra persino Bowie, malgrado questi fosse all'apice della sua carriera.
Nonostante avesse già ottenuto sia il successo commerciale che della critica, Peter Gabriel raggiunge il vertice della popolarità nel 1986 col suo quinto album: So. Il suo nuovo lavoro produsse svariati singoli di enorme successo come Sledgehammer (numero 1 anche negli USA), la commovente Don't Give Up in duetto con Kate Bush, Big Time e In Your Eyes. So è co-prodotto dal canadese Daniel Lanois. Il singolo Sledgehammer era accompagnato da un video molto innovativo e visivamente strabiliante creato in collaborazione col regista Stephen R. Johnson, la Aardman Animations e dai fratelli Quay. Il video vince numerosi premi agli MTV Video Music Awards del 1987, tra cui quelli per il miglior video dell'anno e la miglior regia e ridefinisce gli standard dell'industria dei video musicali. Stephen R. Johnson realizza anche il clip di Big Time. All'interno dell'album vi è anche la partecipazione dell'ex batterista dei Police, Stewart Copeland.
Gabriel ha giocato un ruolo importante nel supporto di Amnesty International, partecipando al U.S.A. Conspiracy of Hope Tour nel 1986 e allo Human Rights Now! Tour del 1988.
Nel 1989, Peter Gabriel pubblica Passion: Music for The Last Temptation of Christ, colonna sonora del film L'ultima tentazione di Cristo di Martin Scorsese. Per molti quest'album rappresenta il culmine del suo lavoro nel campo della world music, e ottiene un Grammy Award nella categoria Best New Age Performance e una nomination ai Golden Globe nella categoria Miglior colonna sonora per un film.
Nel 1992 Gabriel pubblica Us, sempre co-prodotto da Daniel Lanois. In quest'album l'artista affronta il dolore derivante dai suoi problemi personali accumulati negli anni, come il matrimonio fallito e la lontananza dalla sua prima figlia. L'introspezione che caratterizza quest'album raggiunge la vetta nella canzone Digging in the Dirt (Scavando nella sporcizia) che Gabriel usa come metafora per descrivere l'atto di scavare dentro se stessi per portare alla luce le cose che ci causano malessere. Il relativo videoclip viene realizzato dal documentarista John Downer, scelto personalmente da Gabriel dopo aver visionato un suo lavoro. Gabriel descrive la sua pena causata dal non poter vedere la figlia nella canzone Come Talk to Me ("Vieni a parlarmi") in collaborazione con Sinead O'Connor. Il risultato è uno degli album più personali dell'artista.
Us è stato seguito poi da un tour mondiale la cui caratteristica principale consisteva nei due palcoscenici separati, uno rotondo e uno quadrato, uniti da un ponte che Gabriel attraversava a bordo di una barca.
Gabriel vince altri tre Grammy Awards: Miglior video musicale 1992 per Digging in the Dirt, nel 1993 per Steam e nel 1995 per il tour Secret World Live.
Nel 2000 Peter Gabriel pubblica il successore di Us, OVO, colonna sonora per lo spettacolo al Millennium Dome di Londra. Nel 2002 viene pubblicato Long Walk Home: Music from the Rabbit-Proof Fence, che contiene le musiche per il film australiano Rabbit-Proof Fence (in Italia distribuito col titolo La generazione rubata), ispirato ad una serie di eventi realmente accaduti. La colonna sonora ottiene una nomination ai Golden Globe. Nel settembre del 2002, Gabriel pubblica Up, il suo ultimo album di inediti a tutt'oggi. Up è interamente autoprodotto e segna il ritorno a delle sonorità molto meno commerciali, con tematiche oscure simili a quelle dei suoi primi album solisti. L'album mostra anche la piena libertà di Gabriel dalle regole dell'airplay radiofonico: eccetto la canzone The Drop, nessun brano in Up dura meno di sei minuti e alcune attraversano dei veri e propri movimenti con grandi cambiamenti sia di suono che di tematica. Il primo singolo estratto è The Barry Williams Show, il cui video è diretto da Sean Penn.
Mentre il divario fra i vari album è continuato a crescere nel tempo (sei anni tra So e Us, dieci tra Us e Up), Gabriel ha sempre mantenuto una squadra abbastanza stabile di musicisti e tecnici. Tony Levin, bassista e suonatore di Stick, ha per esempio partecipato a ogni progetto e tour di Gabriel sin dal 1976; il chitarrista David Rhodes è stato con Gabriel sin dal 1979, sia in studio che in tour. Peter Gabriel è noto anche per le sue collaborazioni con artisti di spicco: dai co-produttori come Bob Ezrin, Robert Fripp, Steve Lillywhite e Daniel Lanois, ai musicisti come Billy Cobham, Shankar, Youssou N'Dour, Larry Fast, Nusrat Fateh Ali Khan, Sinéad O'Connor, Kate Bush, Paula Cole, Papa Wemba, Manu Katché, Stewart Copeland e Joni Mitchell.
Nel corso degli anni Gabriel ha collaborato più volte con la cantante britannica Kate Bush; la Bush ha registrato i cori per le canzoni Games Without Frontiers e No Self Control, e nel 1980 e nel 1986 duetta con Gabriel in Don't Give Up. Peter Gabriel sempre nel 1986 è apparso come ospite nello speciale televisivo della Bush e il loro duetto sulle note di Another Day di Roy Harper venne quasi pubblicato come singolo.
Gabriel ha anche collaborato con Laurie Anderson nella lavorazione di due versioni di una canzone dell'artista statunitense, Excellent Birds. La prima versione sarebbe stata pubblicata nel suo album Mister Heartbreaker e un'altra leggermente diversa, intitolata This is the Picture (Excellent Birds) sarebbe apparsa su So di Gabriel. Nel 1987 Laurie Anderson, mentre consegnava un premio a Gabriel, raccontò che una volta le sessioni di registrazione si erano protratte sino a tarda notte e la voce di Gabriel aveva comiciato a suonare strana, quasi sognante. Scoprirono poi che si era addormentato davanti al microfono, ma aveva continuato a cantare.
Sempre nel 1987 appare nell'album omonimo di Robbie Robertson, duettandoci in Fallen Angel e apparendo nel relativo videoclip.
Nel 1988 Gabriel registrò un duetto con Joni Mitchell per il suo album Chalk Mark in a Rainstorm. La canzone venne chiamata My Secret Place e divenne un singolo di discreto successo, anche grazie al videoclip in b/n diretto da Anton Corbijn.
Sorprendentemente, nel 1998 Gabriel appare nella colonna sonora di Babe: Pig in the City, non come compositore ma come cantante nella canzone That'll do, scritta da Randy Newman. La canzone venne nominata agli Oscar e alla cerimonia di consegna dei premi Gabriel e Newman esiguirono dal vivo il pezzo. Gabriel appare anche nella colonna sonora di Shall We Dance? nel 2004. cantando "The Book of Love" dei The Magnetic Fields. La stessa è stata utilizzata da Bill Lawrence nell'ultimo episodio serie televisiva Scrubs, come pezzo di chiusura della serie.
Fonte: wikipedia.org