Biografia Sergio Endrigo
Pola era il capoluogo dell’Istria: nel 1947 è stata assegnata alla Jugoslavia e adesso è in Croazia.
Mio padre Romeo era figlio di uno scalpellino che aveva la sua baracca di lavoro proprio davanti al cimitero. Mio padre, assolutamente autodidatta, si dedicava anche alla pittura e divenne uno scultore molto conosciuto a Pola. Al cimitero di Pola ci sono molte sue sculture e bassorilievi in marmo. Le ho riviste nel 1963, passando per Pola, mentre mi recavo in vacanza con mia moglie a Lussinpiccolo (oggi Malilosini), dove da ragazzino ero stato ospite di mio zio. Negli uffici comunali della mia città natale e nella provincia c’erano le riproduzioni in gesso dei busti di Mussolini e di Vittorio Emanuele III scolpiti originariamente in marmo da mio padre. Inoltre era anche tenore (autodidatta): cantò dal 1922 al 1924 e con grande successo. In quegli anni si esibì al Teatro Dal Verme di Milano ne La Bohème e nella Madama Butterfly. La Scala era chiusa a causa dei bombardamenti della prima guerra mondiale, quindi il Dal Verme era il primo teatro di Milano. Mio nonno mi aveva dato un quaderno con tutti gli articoli di giornale riguardanti l’attività di mio padre come tenore. Purtroppo nei miei trasferimenti di città in città, negli anni ’50 l’ho perso. Ma un particolare lo ricordo ancora. Diceva, più o meno, che finalmente c’era un tenore che non esagerava con gli “ooooooh” e gli “aaaaaah”… Credo che quell’articolo abbia avuto una grande influenza su di me. Non ho mai amato i gigioni e il “birignao”.
Devo dire però che praticamente io non ho potuto conoscere mio padre, perché dai tre ai sei anni fui ospite dei miei zii a Trieste, e lui morì nel 1939 quando io avevo sei anni.
La mia vocazione di cantante la scoprii a circa dieci anni. Io abitavo con mia madre in una soffitta al quarto piano; sotto casa nostra c’era un’osteria ed ogni tanto lei mi incaricava di andarvi a comprare un po’ di vino. Il padrone dell’osteria era soprannominato Bepi Mustaccia perché aveva due grandi baffi alla Francesco Giuseppe. A mezzogiorno c’erano operai e manovali che mangiavano salumi avvolti nella carta oleata ed il Mustaccia, per intrattenerli, mi sollevava di peso, mi metteva in piedi su un tavolo ed io cantavo La Donna È Mobile. Quando finivo di cantare tra gli applausi il padrone mi regalava un paio di lire. A me sembravano proprio tante perché allora si andava al cinema con …settanta centesimi.
Tra i miei interessi c’era anche la lettura. Da bambino leggevo “Il Corriere dei Piccoli”. A otto o nove anni ho cominciato a leggere Salgari. Mia madre andava a letto molto presto perché lavorava la mattina. Ed io, con il lume a petrolio, facevo mezzanotte
Avevo una piccola collezione di francobolli regalatimi da uno zio. La diedi al maresciallo per il quale lavorava mia madre ed in cambio lui mi diede i soldi necessari per comprarmi una chitarra. È successo a Venezia ed avevo 14 anni. 1948 - Collegio di BrindisiStavo partendo per andare a passare tre anni in un collegio per profughi giuliani e dalmati a Brindisi (nel 1947 la regione dell’Istria è stata riconosciuta alla Jugoslavia e tutti gli italiani lì residenti furono costretti ad espatriare).
Perché ho scelto la chitarra? Mia madre non aveva certo i soldi per farmi studiare il pianoforte e poi la chitarra è facile, fa “strimpellare”, costa poco, è facile da trasportare ed è adatta per accompagnare la propria voce…
Qualche anno prima volevo studiare il violino. Purtroppo non c’erano i soldi né per lo strumento né per le lezioni.
Prima di andare in collegio a Brindisi, ero ospite di un mio carissimo zio, fratello di mia madre che era primario all’ospedale di Grado. In casa c’erano degli scaffali zeppi di libri ed io li sceglievo a caso perché a quell’età non avevo orientamenti precisi in tema di letture. Ho letto I promessi sposi saltando, però, il capitolo delle “grida”. Mi sono piaciute da morire le Novelle di Maupassant ed il teatro di Ibsen. In collegio circolavano i romanzi di Cronin e di Steinbeck. Quest’ultimo mi piaceva moltissimo. Nella mia vita mi è sempre piaciuto leggere. Ho letto molti romanzi e molte poesie.
Poi a 17 anni sono stato cacciato dal collegio perché avevo “osato” svolgere un tema di italiano su un argomento mio personale che mi piaceva sviluppare, invece che su quello scontato e retorico dettato dalla professoressa. Questa insubordinazione mi costò l’espulsione dal collegio.
Interrotti gli studi ginnasiali nel 1950, da Brindisi tornai a Venezia: mia madre faceva la domestica presso un maresciallo della Guardia di Finanza e con quello che guadagnava mi manteneva in una pensioncina familiare proprio dietro piazza S.Marco. A quel tempo svolsi svariati lavori, tra i quali fattorino alla Mostra del Cinema, lift-boy all'Hotel Splendin Swisse e l'ufficiale di censimento.
1953 - Embassy Night Club, Milano Capitò che il nuovo direttore delle Poste a Venezia fosse nativo di Pola e che mia madre lo conoscesse. E così mia madre mi disse che avrei potuto entrare in Posta come portalettere e poi, con un concorso interno, andare allo sportello delle raccomandate. Le risposi che da quel momento non le avrei più chiesto aiuto e che mi sarei arrangiato da solo ma che in Posta non volevo entrare. Andai a Udine in treno all’ I.R.O. (International Refugee Organization) per tentare di emigrare in Canada o in Australia. Non mi presero perché quel giorno reclutavano boscaioli ed io non avevo il fisico adatto.
A Venezia cantavo con gli amici le canzoni americane dell’epoca; amavo i motivi interpretati da Bing Crosby, Frank Sinatra, Johnny Mathis, dai Mills Brothers, canzoni che poi avrei cantato per sette anni nei night-club. Suonavo già la chitarra, anche se non ho mai studiato la musica.
1956 - Buffoli And His 4 E sulla chitarra ho inventato poi tutte le mie canzoni.
All’Hotel Excelsior, dove lavoravo dall’inizio dell’estate del ’52, canticchiavo da solo in ascensore o nella toilette sperando che qualche produttore americano di passaggio mi sentisse e mi portasse a Hollywood…
Sempre in quell’anno ci fu al teatro Malibran un concorso per cantanti dilettanti ed io cantai September Song. Arrivai secondo perché vinse uno che cantava Pasquale ‘nnammurato. Quasi un segno premonitore: infatti questa fu la prima volta in cui a mie canzoni sono state preferite altre di rilevante…significatività.
Qualche giorno dopo mi fermò un fisarmonicista e mi offrì di cantare al Roxy Bar del Lido, che faceva concertino pomeriggio e sera. Per cantare una quindicina di canzoni mi offrì 2.500 lire al giorno. Accettai e quella fu una scelta artistica… chiaramente dettata dal fuoco dell’arte!.
Dal 1952 al 1958 cantai in balere, dancing e night-club, dal Dancing Cristallo di Mestre all’Hotel Bellevue di Cortina d’Ampezzo, dall’Embassy Night-Club di Milano (ma ricordo anche l’Astoria, il Maxim, l’Odeon, il Morocco, la Porta d’Oro…) all’ Hotel Bauer Grunwald.
Nel 1954 prestai il servizio militare e passai così da una paga di 114 lire a quella di 5000 lire al giorno!!!
1959 - Riccardo Rauchi E Il Suo ComplessoNel 1959 entrai a far parte del complesso di Riccardo Rauchi. Io ero il suo cantante e suonavo il contrabbasso; con la sua formazione ho inciso una mezza dozzina di dischi per l’etichetta La Voce del Padrone (sebbene il mio nome non comparisse mai nelle note di copertina).
Decisi quindi di abbandonare il lavoro di cantante di night per tentare la carta discografica come solista. Ero stufo di fare il night-club, anche se mi ero molto divertito, perché nell’Italia bacchettona di allora il night-club era un’oasi di spensieratezza, di whisky, di donne, di ballerine. Sono stato anche a Beirut per sette mesi, però quando sono arrivato all’età di ventisei anni mi sono visto a sessant’anni ancora con il contrabbasso in mano a cantare My Funny Valentine, e la cosa non mi entusiasmava molto. Non c’era nessuna possibilità di carriera. Sì, stavo bene, guadagnavo bene, mi divertivo, ma non c’era futuro. E allora mi sono detto: “Provo la carta discografica come cantante oppure emigro in Australia, in Canada, vado a lavorare, cambio tutto”. E così tramite Mario Minasi, che era il mio impresario di allora, firmai un contratto come cantante con la Ricordi. Era il 1960. Feci il provino con il Maestro Giampiero Boneschi, cantai Le Tue Mani di Pino Spotti, e Boneschi diede il suo parere favorevole. Fu Nanni Ricordi insieme a Franco Crepax a creare il reparto di musica leggera. Avevano portato in sala d’incisione Paoli, Tenco, Gaber, Jannacci, Bindi, c’erano Gianfranco e Giampiero Reverberi come arrangiatori, c’era il gruppo che ci accompagnava in studio, I Cavalieri della Tavola Rotonda, perché Tavola Rotonda si chiamava una sottoetichetta della Ricordi dove incidevano molti di noi. C’era insomma un nutrito scambio di idee tra tutti noi. Dopo aver firmato il contratto, Nanni Ricordi mi chiese a bruciapelo: “Ma lei (ci davamo del lei allora) non scrive canzoni?”. Ed io gli risposi di no. Poi sono tornato a casa, ho preso la chitarra ed ho scritto Bolle Di Sapone, la mia prima canzone in assoluto, e subito dopo le altre, I Tuoi Vent’Anni, La Brava Gente e Chiedi Al Tuo Cuore. Quindi…grazie, grazie tante Nanni! Questi quattro pezzi uscirono tutti con la firma Calibi-Toang perché io non ero ancora iscritto alla SIAE. Calibi era lo pseudonimo di Mariano Rapetti, il padre di Mogol, mentre Toang era lo pseudonimo di Renato Angiolini, un musicista che lavorava per la Ricordi.
1962 - Autografi...Nel 1962 Nanni Ricordi lasciò la casa discografica milanese per approdare alla RCA di Roma ed io, che artisticamente lì non trovavo più spazi adeguati, gli chiesi di seguirlo. Alla RCA ottenni il mio più grande successo con Io Che Amo Solo Te (in poche settimane vendette 650.000 copie), che mi fece conoscere anche all’estero, soprattutto in Brasile. Di questi anni sono alcune delle canzoni più felici: Aria Di Neve, Via Broletto 34, Viva Maddalena, Era D’Estate, La Rosa Bianca (da una poesia di Josè Martì).
Cominciai, nel 1963, ad esibirmi nelle mie prime serate come cantante solista dal vivo; nel gruppo musicale che mi accompagnava c’era anche Enzo Jannacci, in qualità di pianista (ottimo pianista e grande amico... bei tempi!).
Iniziò in quel periodo la collaborazione con il maestro Luis Enrique Bacalov; lo chiamai parecchie volte ad aiutarmi a definire alcune canzoni, ma le idee iniziali sono sempre state mie.
Infatti, in dodici anni di collaborazione, il maestro Bacalov mi ha proposto solo la poesia La Rosa Bianca, affinché la musicassi e ne curassi la traduzione, e La Colomba, che lui ridusse a canzone, attingendo alla romanza del poeta Rafael Alberti su musica di Guastavino.
Chiamai anche Sergio Bardotti per aiutarmi a finire alcuni testi, perché io non sono mai stato un bravo paroliere. O le mie canzoni nascevano con musica e testo, come Io Che Amo Solo Te e la maggior parte delle mie canzoni, oppure avevo bisogno di aiuto. E Bardotti era bravissimo.
Musicai anche una poesia di Pier Paolo Pasolini, Il Soldato Di Napoleone.
Nel 1965 lasciai la RCA per passare alla Fonit Cetra. Fu una scelta non per denaro, in quanto la RCA mi offriva praticamente la stessa cifra, ma perché volevano farmi incidere Warum Nur Warum di Udo Jurgens (divenuta poi Peccato Che Sia Finita Così con il testo in italiano di Franco Migliacci). Io decisi di andarmene perché l’atmosfera che si era creata mi risultava veramente sgradevole per il fatto che qualcuno volesse impormi che cosa dovessi o non dovessi cantare.
Se avessi avuto con la RCA i successi che ho avuto con la Fonit Cetra, credo che avrei guadagnato molto, molto di più.
Nel 1966 partecipai per la prima volta al Festival di Sanremo con Adesso Sì; nel 1967 con Dove Credi Di Andare; nel 1968 vinsi il primo premio con Canzone Per Te (in coppia con Roberto Carlos). In quello stesso anno partecipai al Festival Europeo Della Canzone con Marianne (incisa successivamente, sia in inglese che in tedesco, anche da Cliff Richard, vincitore della manifestazione) e a Canzonissima con Camminando E Cantando. Lontano Dagli Occhi fu il brano che presentai a Sanremo nel 1969 (2° classificata), mentre L’Arca Di Noè si classificò terza nel 1970.
1976 - Festival di Sanremo Altri successi di quel periodo furono: Teresa, Mani Bucate, Girotondo Intorno Al Mondo (da una poesia di Paul Fort), La Colomba (su una lirica di Rafael Alberti).
Negli anni ’70 interpretai diverse canzoni per bambini scritte da e con il poeta brasiliano Vinicius De Moraes (La Casa, Il Pappagallo, La Pulce, La Papera, L’Arca,...) e musicai e cantai alcuni testi di Gianni Rodari (Ci Vuole Un Fiore, Napoleone, Ho Visto Un Prato, ecc...).
La Casa era inserita nel Long Playing La Vita, Amico, È L’Arte Dell’Incontro ed ebbe subito un gran successo tra i bambini. Il disco L’Arca includeva anche il brano Il Pappagallo. A casa mia, osservando Paco, il mio pappagallo, Vinicius aveva scritto “ma che bello pappagallo tutto verde e l’occhio giallo…”: ci mettemmo in tre per finirlo, io, Bardotti e Bacalov. Successivamente io feci ascoltare il disco a Gianni Rodari, per dimostrargli che non era “fatto alla buona”, ma che c’erano bellissimi arrangiamenti di Bacalov, e che, oltre a me e a Vinicius, cantavano anche Marisa Sannia, i Ricchi e Poveri e Vittorio dei New Trolls. Da lì nacque Ci Vuole Un Fiore, una canzoncina ancor oggi molto conosciuta.
Al Festival di Sanremo partecipai anche nel 1971 con Una Storia; nel 1973 con Elisa Elisa, ottenendo il premio per il miglior testo e quale migliore interprete maschile; nel 1976 con Quando C’Era Il Mare e nel 1986 con Canzone Italiana.
Presi parte anche alla manifestazione Un disco per l’estate, edizione 1972, con Angiolina.
Con Sergio Bardotti ideai e realizzai, nel 1969, l’album La Vita, Amico, È L’Arte Dell’Incontro, un insieme di musica e di poesia, con Vinicius de Moraes, Giuseppe Ungaretti e Toquinho.
Nel Marzo del 1970 realizzai lo spettacolo L’Arca Di Noè, rappresentato al Piccolo Teatro di Milano, nel ruolo non solo di interprete ma anche di intrattenitore del pubblico.
Dal 1971 al 1993 incisi vari album: Nuove Canzoni D’Amore per la Fonit-Cetra; La Voce Dell’Uomo, Dieci Anni Dopo e Canzoni Venete per la Ricordi; Sarebbe Bello e Donna Mal D’Africa per l’etichetta Vanilla, creata da Ornella Vanoni; …E Noi Amiamoci e Mari Del Sud per la Cetra, E Allora Balliamo per la RCA, Il Giardino Di Giovanni per la New Enigma; Qualcosa Di Meglio per la GRD.
Gli ultimi cinque album non furono assolutamente promossi e adeguatamente distribuiti, anche se, a detta di quei pochi estimatori che sono riusciti a sentirli, erano lavori di una certa validità.
1968 - per il mondo...Ho cantato in tantissimi Paesi del mondo: Stati Uniti, Canada, Argentina, Brasile, Cuba, ex Unione Sovietica, ex Jugoslavia (Croazia, Bosnia e Serbia), ex Cecoslovacchia, Romania, Bulgaria, Giappone, Israele, Grecia, Svizzera, Spagna, Portogallo, Gran Bretagna, Francia, Germania, Turchia, Uruguay.
Il maggior successo lo ho avuto in Brasile dove ho cantato moltissime volte. La prima volta nel ’64 a Saõ Paulo e poi a Bahia, Rio de Janeiro, Belo Horizonte, Curitiba, Porto Alegre e Caixas do Sul.
Sono ritornato in Brasile molte altre volte, sia per dare concerti (l’ultimo nel 2000 dove ho cantato il un locale di San Paolo che si chiama Tom Brasil e, per tre giorni, ho fatto il tutto esaurito, nonostante la pioggia incessante) che come turista (se posso vi torno una volta all’anno): amo molto quel Paese, la sua filosofia di vita, la saudade…
Ho inciso per quel mercato, nel 1979, in lingua portoghese, un album - Exclusivamente Brasil - dove figurano due brani scritti appositamente per me da Vinicius de Moraes con Toquinho (Samba Para Endrigo) e da Chico Buarque de Hollanda (A Rosa).
Inoltre realizzai anche un album doppio con mie canzoni in italiano per la serie “A arte de …”, dedicata a tutti i grandi artisti della musica brasiliana. Io sono l’unico cantante, non solo italiano, ma anche straniero, di questa serie. Ne vado estremamente orgoglioso.
Oltre che in portoghese ho cantato in varie lingue: spagnolo, francese, inglese, greco, slavo. E presto avrò la possibilità di pubblicare un album in friulano insieme ad altri artisti che incideranno 15 mie canzoni tradotte in questo dialetto, io offrirò il mio contributo con Altre Emozioni e 1947.
Ho scritto circa 250 canzoni e, lungo la mia vita artistica, ho composto brani musicali anche per altri interpreti (in particolare per Marisa Sannia); ho prodotto, insieme a Sergio Colomba, due album di poesie dialettali per Biagio Marin e Ignazio Buttitta.
Nel 1974 ho composto il brano Nelle Mie Notti, insieme a Paolo Margheri e a Riccardo del Turco; per questa composizione è tuttora in corso una vertenza legale per plagio nei confronti del maestro Luis Enrique Bacalov inerente alla colonna sonora del film “Il postino”, per il quale gli è stato conferito l’Oscar nel 1995
Ho interpretato, nel 1972, il film Tutte le domeniche mattina, prodotto dalla RAI, con la regia di Carlo Tuzii e sono stato protagonista, nel 1981, a Trieste, di un lavoro teatrale di Ninì Perno, con la regia di Alessandro Macedonia, dal titolo Un Sial per Carlotta.
Mi sono cimentato anche come scrittore nel 1995 con il libro Quanto mi dai se mi sparo?, che purtroppo l’editore ha stampato in un numero di copie assai limitato.
Sono partito da una famiglia poverissima, ma non ho sofferto. Mia madre ha fatto di tutto, veramente di tutto, per mantenermi e per rendermi facile la vita. Ha vissuto fino a sessant’anni nella miseria più nera ed io sono felice - grazie al successo - di averle fatto vivere una vecchiaia bellissima, per ventidue anni, da gran signora. I soldi non fanno la felicità, però …
Ho avuto anche dei parenti che mi hanno molto aiutato.
Dagli anni ’60 sino a metà degli anni ’90 ho abitato in una villa a Mentana. Con noi stava anche mia madre, fino alla sua scomparsa, nel 1987.
Attualmente risiedo a Roma.
Mi sono sposato nel 1963 con Maria Giulia Bartolocci, presentatami da Riccardo del Turco, che ne sposò la sorella. Nostra figlia Claudia è nata nel 1965. Nel 1994 sono rimasto vedovo.
Ci siamo sempre circondati di animali: almeno una ventina di gatti, alcuni cani e, da 35 anni, da un pappagallo brasiliano di nome Paco.
Per l’edizione del 2001 mi è stato attribuito il Premio Tenco; nel corso di tale manifestazione una quindicina di artisti ha cantato - al Teatro Ariston di Sanremo - le mie canzoni, riunite successivamente in un CD dal titolo Canzoni Per Te.
Sono grato a Franco Battiato, che, nel 2000, ha incluso due mie composizioni (Te Lo Leggo Negli Occhi e Aria Di Neve) nel suo album Fleurs.
Ma anche a Ornella Vanoni che due anni fa ha inciso - in modo splendido - Io Che Amo Solo Te.
Nel Novembre 2000, dopo un lungo periodo lontano dal palcoscenico, mi sono esibito dal vivo al Teatro Verga di Milano. Nel Marzo 2001 ho presentato a Milano, per tre spettacoli, con Nicola Di Staso alla chitarra, il concerto Canzone per Teresa… e le altre. A Maggio dello stesso anno ho cantato a Bari con l’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari interpretando i miei successi arrangiati ex novo per l’occasione.
A Roma ho attuato il progetto Ci Vuole Un Fiore (una serie di spettacoli teatral-musicali a difesa dell’ambiente e della natura, rivolto ai bambini e ai ragazzi delle scuole) per la durata dell’intero anno scolastico 2001/2002; questa iniziativa mi ha dato molte soddisfazioni e mi ha commosso per la partecipazione e l’affetto che gli alunni mi hanno testimoniato.
Dopo un lungo succedersi di impegni (serate, concerti, conferenze…) nell’Agosto 2002 sono stato ricoverato a Gorizia e per un lungo periodo sono stato costretto a inattività, dovendo sottopormi ad esami e a cure fisioterapiche: ciò non mi ha però impedito di collaborare con Michele Bovi per un paio di trasmissioni televisive per RAIDUE , una delle quali dedicata a Giorgio Gaber.
Il 1°Agosto del 2003 mi sono ripresentato davanti al mio pubblico nella cornice del Parco Lambro di Milano, dando l’avvio con il mio concerto alla seconda edizione dell’iniziativa dell’Assessorato lombardo R…Estate in Zona 3; il giorno 19 dello stesso mese ho tenuto un recital al Tourist’s Village - Castel Sant’Angelo di Roma, al termine del quale mi è stata consegnata una targa d’argento alla carriera dal vicesindaco di Roma, On. Maria Pia Garavaglia.
In quello stesso periodo viene attivato il mio sito internet ufficiale ed ho ultimato il nuovo album Altre Emozioni…
Fonte: sergioendrigo.it