Era il 1975 e i Led Zeppelin pubblicavano il sesto disco della loro carriera. L’album Physical Graffiti divenne un successo mondiale, con decine di certificazioni a disco d’oro e di platino, oltre 16 milioni di dischi venduti solamente negli Stati Uniti e un posto nella TOP100 degli album più belli di tutti i tempi.
Physical Graffiti è l’album dei Led Zeppelin preferito dal frontman Robert Plant, per lui il più rappresentativo e creativo della band. Originariamente il disco avrebbe dovuto essere composto da otto tracce, troppo lunghe per essere contenute all’interno di un singolo LP e troppo brevi per riempire due dischi. La band così decise di rimettere mano ad alcuni brani esclusi dagli album precedenti per includerli all’interno della scaletta. Tra queste tracce ci sono Down By The Seaside, creata originariamente come ballata acustica durante le sessions di Led Zeppelin IV, The Rover, concepita per Led Zeppelin III e Houses Of The Holy, scritta come title track per l’album precedente ma stranamente esclusa dalla scaletta.
La copertina di Physical Graffiti rappresenta una della più complesse e geniali realizzazioni grafiche degli anni ’70. La band ci mise mesi per creare e approvare il lavoro ma il risultato, a quasi mezzo secolo di distanza, è ancora uno dei più apprezzati tra gli amanti del vinile. La copertina mostra una coppia di palazzi con delle finestre aperte attraverso le quali è possibile “vedere” diverse scene intercambiabili tra di loro. Essendo un doppio album la band inserì differenti immagini a seconda del disco inserito nella custodia. È possibile fare la stessa cosa anche sul retro dove però la copertina è stata realizzata con uno scatto in notturna. Gli edifici immortalati sono gli stessi scelti da Keith Richards e Mick Jagger per girare il videoclip di “Waiting On A Friend”.