La notte di Vasco: l’intervista di Bonolis al grande artista

02
Lug
2017
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La puntata speciale andata in onda su Rai1 e condotta da Paolo Bonolis si è aperta a grande sorpresa con una lunga intervista al cantante.

Dopo i 220mila biglietti venduti, Vasco Rossi si è definito entusiasta per la risposta grandiosa dei fan. Lo speciale dedicato all’evento, che ha proiettato in diretta tv ogni singolo momento della serata, si è aperto a sorpresa con una speciale intervista registrata da Paolo Bonolis, intervista dove Vasco si è raccontato a fondo.

Io non mi aspettavo una partecipazione così straordinaria, è diventata una cosa grandiosa. Sono molto contento, è una grande soddisfazione”. Dopo il commento sull’evento dei record, ha proseguito così “Io sono timido, secondo me ho una malattia debilitante, è un po’ un handicap. Per superare la timidezza devo usare più della metà delle energie che ho e quindi poi mi rimane solo l’altra metà. Se non avessi la timidezza, probabilmente avrei molta più energia“.

Una delle principali chiavi del suo successo italiano è il bellissimo rapporto che lo lega, da oltre 40 anni al suo pubblico “Quello con il pubblico è una specie di rapporto sessuale, un rapporto sessuale sublimato. È un rapporto molto intenso. Si condivide nello stesso momento, la stessa emozione. Condividerla diventa un’emozione talmente forte…è questo il miracolo e il mistero dei concerti dal vivo. Il concerto dal vivo è un momento di comunione e liberazione, ci liberiamo cantando le canzoni che scrivo. Io urlo, mi sfogo. È come quando canti al buio per farti coraggio. È questo il mio modo di scrivere canzoni, racconto qualcosa che ho dentro e le persone le riconoscono e le sentono anche loro dentro. Quando senti di poter condividere la stessa emozione, la magia è potente perché ti senti meno solo. È la condivisione vera, reale, non quella di Internet“.

Nell’intervista Vasco ha scelto di parlare anche di una persona importante nella sua vita, il padre che purtroppo non lo ha potuto seguire nella sua carriera “Lui sarebbe orgoglioso e fiero di me. Mi dispiace molto perché lui non ha visto praticamente niente della mia storia. Lui è morto che io stavo ancora cominciando. Non si sarebbe vergognato di essere orgoglioso di suo figlio. La mia mamma è una di quelle che si preoccupa un po’, per questo figlio che è diventato così…lei è fatta così. È stato mio padre a scegliere che facessi ragioneria, perché secondo lui dovevo fare un lavoro al coperto. Facendo il camionista, si preoccupava delle intemperie. Ho fatto ragioneria ma non mi interessava. Avevo proprio sbagliato scuola. Oggi leggo di filosofia per colmare le lacune della scuola tecnica. Non si parlava di nessun pensiero“.