Lucio Dalla: non c’è testamento, va tutto ai cugini e niente al compagno

05
Lug
2012
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Purtroppo in Italia funziona così: puoi condividere gioie, emozioni, dolori, sofferenze, esperienze, insomma una vita intera con una persona: ma se non l’hai sposata, legalmente non sarà mai riconosciuta come tuo erede. E Lucio Dalla non poteva certo sposare il suo compagno, in una nazione bigotta come l’Italia che ospita lo stato papale, dove le unioni gay sono assolutamente fuori questione.

In molti paesi le unioni omosessuali sono state permesse e riconosciute,  al fine di eliminare la disparità di trattamento fra unioni etero e unioni gay, e questo perchè il diritto al matrimonio è un diritto individuale inalienabile della persona,  ma molto probabilmente questo in Italia non succederà mai. C’è solo un modo per far sì che i tuoi averi vengano “donati” al tuo consorte, ed è quello di citarlo in testamento, cosa che però Lucio Dalla non ha fatto.

Infatti il cantautore bolognese, scomparso il primo marzo scorso, non ha lasciato nessun testamento, nessuna specificazione delle sue volontà, e quindi tutto il suo patrmonio va diviso secondo la legge: ai parenti più stetti. Parliamo di beni di inestimabile valore economico, tra liquidi e proprietà, che andranno spartiti tra i cinque cugini di Lucio, i più vicini a lui in termini di parentela, mentre al compagno Marco Alemanno non tocca proprio niente.