Mercato musicale in crisi, da Roma Francesco De Gregori chiede “tutele per i musicisti”

14
Apr
2020
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Il mondo si ferma, la musica pure. Dopo l’iniziare ondata di persone che si ritrovavano sui balcone a cantare i grandi pezzi della nostra storia, oggi sui balconi non canta più nessuno, nessuno alza il massimo il volume della musica ora che le finestre per le calde temperature rimangono aperte tutto il giorno. La passione per la musica che sembrava essere l’unica salvezza di questa quarantena è sparita.

Un segnale questo che anche il mercato discografico e musicale della nostra nazione pagherà inevitabilmente le conseguenze di questo stop che dura ormai da parecchie settimane e per il quale, siamo onesti, non si vede ancora la fine.

A preoccuparsi, dopo le dichiarazioni del presidente SIAE Mogol di qualche giorno fa, sono gli artisti che non vedono il proprio futuro così roseo. Dopo le dichiarazioni di Tiziano Ferro che ha chiesto chiarimenti al governo su cosa fare dei concerti della prossima stagione estiva, scende in campo anche Francesco De Gregori.

“L’industria dello spettacolo sarà una delle ultime a riprendere a per molti si prospettano mesi di sofferenza economica, a questo occorrerà porre rimedio”, dice il cantautore che lancia un appello al governo “Spero che i tanti lavoratori dell’indotto possano essere protetti dalla cassa integrazione o altri meccanismi”. De Gregori a causa della pandemia è stato costretto a rinviare al prossimo autunno il proprio tour nei club italiani. La crisi avrà impatto anche sui tecnici dello spettacolo. “Posso solo sperare che gli innumerevoli lavoratori dell’indotto, che costituiscono la manovalanza necessaria a mettere in piedi un concerto e di cui il pubblico spesso ignora l’esistenza, possano essere protetti dalla cassa integrazione o da altri meccanismi di tutela”.

Ci sono tanti artisti affermati hanno adottato lo smart working, mettendo in streaming concerti “one man band” fatti a casa e questo “può sicuramente servire a sollevare il morale della gente, l’arte è fatta per questo, è consolatoria!”, spiega De Gregori“Perfino Bob Dylan, considerato non del tutto a torto scontroso ed anaffettivo verso il pubblico, ha messo in rete un suo bellissimo pezzo inedito, Murder must foul, per la gioia e la sorpresa dei suoi fan ai tempi del coronavirus.”.
Il pensiero del cantautore va anche a tanti colleghi che vivono di piccoli concerti e adesso si trovano costretti a casa. In Italia il lavoro di musicisti non è riconosciuto come professione. “Nei Paesi di cultura anglosassone è diverso, l’industria musicale è nata lì e quando vai a fare un concerto ti trattano come un professionista. E’ così quasi dappertutto nell’Ue”, conclude De Gregori.