Mentre emergono dal Governo le prime bozze del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che dovrebbe dare attuazione nel nostro Paese al Next Generation EU, ci si rende conto di quanto ancora la produzione culturale resti ai margini degli investimenti.
Secondo il piano le risorse assegnate a Turismo e Cultura, ovvero le aree di competenza del Mibact, ammontano a poco più di otto miliardi di euro. Ètuttavia evidente, già ad una prima scorsa, che di questi otto miliardi alla cultura in realtà ne arriverebbero circa 2,7 con un’indicazione, nella tabella di assegnazione delle competenze, riferita a un generico “patrimonio culturale next generation”, senza altri dettagli.
È oltremodo evidente oggi, pur tenendo conto della situazione economica complessa del post pandemia, con tanti settori in difficoltà che richiederanno interventi di prima istanza, che lasciare ancora una volta la produzione creativa ai margini significa dimenticarsi che l’attività culturale è una parte fondante del rilancio della vita sociale, tanto compromessa in questa lunga fase di lockdown. Infatti, oltre alla grave penalizzazione dei settori della cultura e dei livelli occupazionali, l’assenza di decisi investimenti si riverbererà sull’intera popolazione, proprio laddove invece l’azione di risveglio della cultura e del rilancio di concerti, musica, cinema e teatro, dovrebbero costituire un vero a proprio vaccino della mente, necessario a combattere depressione e solitudine generata da questi mesi di pandemia e da un futuro economico incerto.
L’industria creativa è peraltro un segmento fondamentale e di grande prospettiva grazie al salto epocale che tramite il digitale ha aperto nuove importanti opportunità di accesso ai contenuti.
In questa durissima fase sono emerse delle capacità di reazione dell’industria culturale che saranno estremamente utili alla ripresa degli eventi dal vivo ma è necessario che il piano nazionale del Next Generation metta in circolo investimenti rilevanti per consentire al settore di trovarsi nelle condizioni di offrire nuovi contenuti e non di fronte a una desertificazione degli eventi culturali e a un disastro occupazionale. Cinema, sale da concerto, piccoli e grandi live club, teatri: sono tutti luoghi che avranno un ruolo estremamente prezioso nella ripartenza per sostenere la socialità, garantire quella importante area della nostra vita che è costituita dall’intrattenimento e la cultura. Senza musica, cinema, e teatro non ci sarà ripresa e resilienza, ma solo tristezza e depressione. Le istituzioni nazionali e locali devono invece puntare moltissimo sulla cultura, sostenere e incentivare la produzione creativa garantendo altresì l’innovazione nel settore.