Per anni la pratica del blackface ha spopolato in televisione e al cinema. Oggi il servizio pubblico s’impegna a non farlo più. È la risposta dei dirigenti Rai ad alcune associazioni, che avevano raccolto il malcontento degli afroitaliani e scritto un appello lo scorso gennaio.
Da oggi in poi, dunque, nei programmi della tv di Stato non si vedranno più artisti bianchi col volto dipinto di nero per imitare o interpretare persone di colore.
“Nel merito della vicenda per la quale ci avete scritto, diciamo subito che assumiamo l’impegno – per quanto è in nostro potere – ad evitare che essa possa ripetersi sugli schermi Rai. Ci faremo anzi portavoce delle vostre istanze presso il vertice aziendale e presso le direzioni che svolgono un ruolo nodale di coordinamento perché le vostre osservazioni sulla pratica del Blackface diventino consapevolezza diffusa”, si legge in una nota diffusa da viale Mazzini in risposta alla richiesta avanzata da alcune associazioni impegnate nella prevenzione e nel contrasto di ogni forma di discriminazione e di razzismo in Italia.
“A livello culturale il “blackface” contribuisce a rafforzare e legittimare nell’opinione pubblica italiana forme di disparità di trattamento delle minoranze nere che facilmente diventano, come ci insegnano purtroppo i molti casi di razzismo documentati negli ultimi anni, vere e proprie pratiche quotidiane di discriminazioni e violenze razziste”, scrivevano nella missiva dopo le polemiche scatenate dall’imitazione del rapper italo-tunisino Ghali da parte di Sergio Muniz a Tale e Quale Show nella puntata del 20 novembre scorso del programma condotto da Carlo Conti su Rai1 che già in diverse occasioni era ricorso a questo tipo di make-up quando altri concorrenti si erano esibiti nei panni di Beyoncè, Barry White o Aretha Franklin.