La storia delle censure al concerto del primo maggio non è una novità, Fedez non ha evidenziato nulla che non fosse già noto nell’ambito dello spettacolo, solo che forse 20 anni senza social le notizie avevano più difficoltà a circolare.
A raccontare la sua vicenda, comune a tantissimi altri artisti, è Elio di Elio e le storie tese. Anche lui è uno dei personaggi che rientra in quella che possiamo chiamare la “lista dei grandi censurati“.
Sono passati 30 anni e magari qualcuno ha dimenticato, ma nel 1991 la Rai cambio il collegamento in diretta quando la situazione sul palco romano si presentò scomoda.
Era il turno degli Elio e le Storie Tese sul palco del Concertone del Primo Maggio, trasmesso in diretta all’epoca da Rai 2. Al posto dei classici del loro repertorio del periodo (come John Holmes “una vita per il cinema”) il gruppo lesse in musica un estratto di un’inchiesta de L’Espresso in cui si iniziava a parlare di mazzette, corruzione, malaffare in politica facendo i nomi di (allora) davvero intoccabili, Andreotti in primis.
Tangentopoli sarebbe scoppiata poco meno di un anno dopo.
Ecco che arrivò la tanto temuta censura in diretta: la Rai staccò il collegamento e diede la linea al giornalista Vincenzo Mollica che non capendo cosa stesse succedendo si fece guidare dagli autori e iniziò a intervistare Ricky Gianco dietro le quinte.
Poi negli anni furono diversi gli artisti che vissero soluzioni analoghe: sempre nel 1991 i Gang che invitando il pubblico allo sciopero generale subirono pressioni prima ancora della loro esibizioni, poi Piero Perlù dei Liftiba che attaccò pubblicamente Papa Giovanni Paolo sulla questione dei continui discorsi su preservativi e sesso. E così negli anni per svariati motivi alla lista dei grandi censurati si aggiungono ancora Lo Stato Sociale, Omar Pedrini, Luca Romagnoli.