Achille Lauro “A Sanremo ho avuto la libertà, ora vorrei sparire come Mina”

16
Apr
2021
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E’ uscito Lauro, il nuovo (e forse ultimo) disco di Achille Lauro. L’artista più chiacchierato, criticato e allo stesso amato dello scenario musicale italiano di questo periodo parla della sua  partecipazione al passato Festival di Sanremo.

Portando sul palco dell’Ariston 5 quadri, Lauro ha fatto molto discutere sollevando in rete tante polemiche, ma allo stesso tempo ricevendo anche moltissimi complimenti.

“Non ho mai seguito nessuna legge di mercato, ho sempre fatto quello che ho voluto. Con la libertà di fare quello che ho voluto: anche andando contro tutto quello che ci si sarebbe aspettato da me” racconta oggi, a poche ore dalla diffusione del suo disco Lauro che ha un solo protagonista, Dio.
“Io non mi pento di quello che ho fatto – sottolinea riguardo a Sanremo – Dietro ogni mio lavoro c’è un grande studio e una grande preparazione, sono ossessionato dai dettagli. Ho voluto far vedere che esiste qualcosa di diverso dalla globalizzazione. Anche nella musica: per me l’inferno è l’esistenza del solo reggaeton. Se fosse stato un flop, sarei ripartito da un altro punto di vista. I fallimenti fanno parte del successo”. 

L’artista parla del suo futuro “Ho un’idea molto chiara di cosa voglio e di dove sto andando, ovvero far arrivare quello che veramente sono, dare il giusto valore allo spessore emotivo. Un tour negli stadi? I traguardi non esistono, vuoi sempre qualche altra cosa, piuttosto ad un certo punto mi piacerebbe sparire come Mina e lasciare solo la musica”.

Tra i progetti però il tour non c’è, soprattutto a causa della pandemia “Ma è in programma e appena sarà possibile farlo in sicurezza, lo farò. L’Italia è un Paese basato sulla cultura, dunque spero che ciò che sta accadendo nel mondo del calcio, con la riapertura degli stadi, accada anche per la cultura – ha commentato Lauro -. Bisogna uscire da questa situazione e poi anche ripensare il mercato. Non tanto per me, che posso stare anche senza concerti, ma per tutti quelli che ci lavorano”.