Bagarinaggio online, la truffa vale un milione di euro

30
Giu
2017
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Si continua a parlare del secondary ticketing, ovvero il bagarinaggio online: acquistare i biglietti dei concerti sui siti di vendita principali e poi rivenderli su siti secondari con prezzi maggiorati fino a 10 volti.

I botteghini registrano il tutto esaurito in pochissimo tempo (questione di minuti) e nel giro di poche ore quando non c’era più alcuna speranza di acquisto da parte degli interessati, ecco che i biglietti compaiono in rete, su altre piattaforme web, a prezzi esagerati.

Dopo che è stata aperta circa un mese fa un’inchiesta dal Tribunale di Milano, che vedeva coinvolte tantissime delle piattaforme web, oggi si è arrivati a parlare di aggiottaggio e truffa del valore di circa 1 milione di euro.

Nell’inchiesta sono state coinvolte Di and Gi, Live Nation, Live Nation Italia e Vivo: aggiotaggio (aver alterato il mercato) e truffa le accuse mosse dalla procura nell’atto appena formalizzato.

Il pm Adriano Scudieri ha evidenziato nelle indagini ben 10 indagati “Tutti gli indagati adoperavano artifizi volti a cagionare un aumento o una diminuzione del prezzo dei biglietti degli spettacoli. I vertici delle società organizzatrici Domenico D’Alessandro, Roberto De Luca, Antonella Lodi (le indagini hanno accertato che non era lei ad aver denunciato a ‘Le Iene’ lo scandalo in un’intervista andata in onda con il volto contraffatto), e Corrado Rizzotto sono accusati di aver stipulato accordi con la società ginevrino Viagogo per la cessione di un elevato numero di biglietti relativi a concetti di grande richiamo, prevedendo la retrocessione del 90% dell’intero in favore delle stesse società”.

Nel dettaglio i numeri più impressionanti arrivano dalla VIVO Srl che in tutto questo lungo lasso di tempo (dal 2011) avrebbe venduto biglietti per un importo di 798 mila euro, ottenendo dalla rivendita guadagni per 222 mila euro. Sorte simile anche per Live Nation , con ricavi ottenuti dal bagarinaggio on line pari a 1 milione e 200 mila euro.