Cesare Cremonini “Ho imparato ad avvicinarmi alla musica non con presunzione, ma con la coscienza di doverla imparare”
2019
Cesare Cremonini a cuore aperto con Walter Veltroni sulle pagine del Corriere. La commovente intervista rilasciata al quotidiano dove l’artista si racconta attraverso la scoperta della musica, la passione per essa ma anche il mondo social, i giovani di oggi e poi semplicemente Cesare.
“La mia prima lezione di pianoforte la ricordo come una rivoluzione, ma anche come l’inizio di un percorso di studi. Ho imparato ad avvicinarmi alla musica non con presunzione, ma con la coscienza di doverla imparare. La musica è una cosa seria. Quando tu incontri un universo così profondo, così largo, così difficile da attraversare totalmente, devi sentirti sempre in viaggio, sempre alla ricerca.”
E’ con queste parole che Cesare Cremonini ricorda il suo inizio, fatto a differenza dei giovani di oggi di grande sacrifico, didattica, passione e tanto impegno. Il suo è un successo raggiunto senza televisione, senza talent, senza social ma solamente grazie al suo talento frutto di un lungo e intenso lavoro, che ancora oggi, non si è interrotto.
“Ancora oggi la sensazione che ho, quando scrivo canzoni, è di non essere ancora veramente capace di farlo. Forse il fatto che io dopo vent’anni sia ancora qua e che ancora abbia l’entusiasmo, la voglia, lo stimolo e la paura di non riuscirci, è dovuto al fatto che il primo approccio con la musica per me sono stati Beethoven, Mozart, Chopin”.
Il problema più grande degli artisti di oggi e di tutti i giovani in generale, è il telefonino. La realtà è racchiusa dentro a quella piccola costosissima scatola ed è per quello anche che il successo spesso ha una durata limitata “Il successo dei grandi concerti dimostra che c’è bisogno di una via di fuga da una vita chiusa dentro al telefonino” ha affermato ancora.
Ogni artista ha un simbolo, qualcosa che conta di più nella sua vita artistica e per Cesare Cremonini, come è ormai noto, è il pianoforte “La mia vita è ruotata intorno ad un pianoforte. Il pianoforte mi ha insegnato in primo luogo a far stare insieme le cose: il metodo e la creatività. La possibilità che viene data ad un ragazzino così giovane di studiare un pianoforte insegna molte cose. Innanzitutto che la musica non è un’esperienza del tutto solitaria, non lo è mai. Il suonare insieme agli altri, o anche far stare insieme le note, ti spinge a cercare l’armonia delle cose attraverso l’incontro e il compromesso…”.
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