Ermal Meta e Fabrizio Moro, il primo commento da vincitori
2018
Sono i vincitori del Festival di Sanremo 2018, il leone d’oro della 68esima edizione lo hanno portato a casa proprio loro, loro che hanno passato una “settimana d’inferno” per un’accusa di plagio errata.
Ermal Meta e Fabrizio Moro hanno conquistato gli italiani, la giuria di qualità e infine anche la sala stampa con la loro Non mi avete fatto niente: il successo era già stato annunciato prima ancora dell’inizio del Festival, ma alla fine della prima puntata sulla coppia è scesa la polemica, l’accusa di plagio e il rischio dell’eliminazione.
Dovevano esibirsi nella seconda puntata del Festival, ma è saltato tutto e sono slittati alla serata successiva. Sono state per loro 48 ore di incubo, critiche e accuse di ogni genere nonostante fossero dalla parte della ragione. Fortunatamente alla fine a loro e all’autore del brano è stata data la ragione, la coppia è tornata in gara con il brano INEDITO e ha raggiunto anche il primo posto, rispettando le previsioni iniziali.
Una vittoria sotto a più punti di vista per la coppia, che entrambi hanno commentato così:
Ermal “Non era mai stata messa in vendita, mai stata commercializzata: gli autori fanno sempre cose del genere, rimaneggiano, riscrivono, salvano pezzi di canzoni, perché lasciare morire la bellezza è un peccato.Ho chiesto scusa ai giornalisti per la foga, ma mi avevano parlato di una macchia sull’eventuale vittoria. Se è una canzone che proviene dallo stesso luogo creativo, quale sarebbe questa macchia? Per questo mi sono arrabbiato.”
Fabrizio “La paura non c’è mai stata in questa settimana perché affrontato con trasparenza e abbiamo chiarito tutto, innanzitutto parlandone con Andrea Laffranchi al Corriere della Sera e raccontando che c’era un terzo autore. Abbiamo chiarito il malinteso con tutti i colleghi in sala stampa, l’unica cosa che incrimino ad Andrea è bisognerebbe approfondire prima di far passare certe cose: Andrea non conosceva la genesi del brano e se non la spieghi bene chi è addetto ai lavori magari capisce – a volte, non sempre – ma chi sta a casa no, perché non sa come funziona questo tipo di percorso. La cosa sbagliata è l’idea di non permettere a noi autori e cantautori di fare delle cose in cui crediamo: magari in quel pezzo credevamo 3 anni fa, ma se è stato scartato non può stare tre anni online su Raiplay, perché se non riesco a dare luce a quella cosa devo avere la possibilità di lavorarci su.”
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