Giordana Angi, la vita privata diventa pubblica. Il padre “Ha esagerato nel raccontare i fatti del passato”

11
Giu
2019
Pubblicato da:

La seconda classificata di Amici  ha dedicato il brano Quante volte ad aspettarti, estratto dal suo primo disco Casa, al padre, un padre che a detta sua è stato molto assente durante la sua crescita.

Fino ad oggi l’uomo non si è mai fatto vendere alle telecamere, ma visto il successo della figlia ha deciso di fare chiarezza sulla situazione. Il padre Rodolfo è diventato oggetto d’interesse da parte della stampa che raggiunto dai giornalisti ha fatto chiarezza sulla questione, spiegando l’autenticità (e l’esagerazione) delle dichiarazioni della figlia Giordana Angi.

Il brano della Angi in particolare ad un certo punto del testo dice “Adesso che ti sto guardando in faccia e che sulla mia strada dei tuoi passi non c’è ancora traccia sarebbe stupido provare del rancore. Un seme resta un seme e chi lo pianta lo fa sempre per amore, quante volte ad aspettarti e tu, dov’eri? Quante notti sveglia e tu non c’eri”.

Questa la replica del padre che sostiene come la ragazza abbia in realtà un po’ manipolato i fatti “Mia figlia Giordana, nelle sue canzoni, mi descrive come un padre assente. Credo che abbia le sue ragioni ma, allo stesso tempo, credo che esageri un po’. Sono stato tutto, ma non un padre assente. Non mi piace quando fa la vittima, diciamo quando fa l”orfanella’. Mi dà fastidio. La realtà è stata diversa. Dopo la separazione, mia moglie riprese a lavorare: essere un’hostess significa restare lontano da casa per molti giorni. Ecco, in quei giorni mi occupavo io di Giordana e di Elisa: facevo tutto, il padre, la mamma e il nonno. Avevo le chiavi di casa della mia ex. Ero sempre a disposizione” dice, difendendosi e spiega che un giorno, tornando a casa, non le trovò più “Una sera tornai a casa e scoprii che mia moglie era partita con Giordana. Non mi aveva detto nulla, era partita e basta. Diciamo che avevamo litigato. Il giorno dopo partii per andare a cercarle. Mi fermai in Bretagna per tre mesi: vivevo in albergo, girovagavo e avevo fatto amicizia con il proprietario di un maneggio”.