J-Ax e la lotta contro la cocaina

04
Dic
2016
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Tutto grazie a mia moglie” sono queste le parole più significative pronunciate dal cantante durante un’intervista ai microfoni del quotidiano Il Corriere.

Prossimo a diventare padre e attualmente sull’onda del successo con il nuovo singolo “Assenzio” realizzato in collaborazione con il collega Fedez, J-Ax ha deciso di raccontarsi nella sua autobiografia, partendo dalla sua infanzia.

Uscito il 31 ottobre, il libro è come un racconto a cuore aperto: il cantante infatti parla di sé sia come uomo raccontando alcuni momenti difficili della sua vita privata, ma anche di sé come artista tra successi e qualche insuccesso.

Intervistato recentemente dal quotidiano Il Corriere, J-Ax si è soffermato a raccontare due momenti tra i più difficili della sua vita: quando da piccolo era vittima di bullismo e quando ha avuto problemi con la droga.

J-Ax, nella sua autobiografia lei scrive: «Mi ubriacavo per calmarmi dalla cocaina». “Avevo avuto un successo incredibile con “Così com’è”. Un po’ come adesso con Fedez. E nella fase dell’ascesa tutti ti amano, o ti sopportano. Poi comincia l’opposizione. Ora riesco a gestirla; allora non capivo le gelosie, le cattiverie. L’ex amico che si offende perché hai meno tempo e ti dà del venduto, il giornalista che ti critica, il collega che ti attacca. Quand’è iniziata la discesa, mi sono ritratto nell’alcol e nella cocaina. Sono diventato un drogato. E drogarsi è come chiedere un po’ di pace alla morte”.
Come ne è venuto fuori?“Grazie all’incontro con la donna che ora è mia moglie. Lei è americana ma ci siamo conosciuti a Milano, a una cena. Ho cominciato a uscire solo per vederla. Abbiamo cercato emozioni lontano dalla droga”.
Come?“Con il bungee-jumping: mi sono buttato con una corda dalla cascata del Toce, il secondo salto più alto d’Europa. Io davanti, mia moglie dietro. Subito pensi che stai morendo, e ti dai del coglione. Poi devi tirarti su di peso: così mi sono stirato la schiena. L’anno dopo ho provato il lancio con il paracadute: molto meglio. E poi il tunnel del volo, con il ventilatore che ti dà la sensazione della caduta”.
Con la droga ha smesso?“Sì. Fumo un po’ d’erba ogni tanto”.

Quale musica ascoltava?“Detestavo i cantautori con barba, chitarra e storie d’amore finite male. Oggi ho grande rispetto per Cocciante, ma quando mia mamma ascoltava Margherita scappavo. Non ho nulla contro Dalla e De Gregori, ma preferivo “Disco samba” e Alberto Camerini, che non a caso oggi viene riscoperto: geniale. Ai cortei preferivo Top Gun”.
Dei cantautori non le piace nessuno? “Guccini, Rino Gaetano, Vasco e Renato Zero”.
E Jovanotti? “All’inizio mi piaceva tanto. Poi c’è stata la fase in cui lo pativo: per me Lorenzo era lo status quo, il sistema. Ora mi piace di nuovo”.

Esordio? “Facevo il pr per l’Amnesy e rappavo in un inglese osceno. Dj era Wlady, il fratello di Jad, con cui poi abbiamo fondato gli Articolo 31. La prima volta mi esibii in dolcevita rosa. Volevo diventare biondo, ma avevo sbagliato la tinta: praticamente albino. La parrucchiera di mamma mi peggiorò ulteriormente, facendomi diventare giallo pannocchia, con il caschetto: sembravo la Carrà. Eppure ebbi successo. Ero un tamarro tra i tamarri, fiero di esserlo”.
Vi lanciò Radio Dee-Jay.“L’ordine di Cecchetto era non parlare di alcolici. Ovviamente appena mi diedero il microfono urlai: aaalcooolicooo! Mi cacciarono. Poi Albertino mi ripescò”.
Al grande pubblico però lei è arrivato con la tv.“E con suor Cristina di The Voice, grande personaggio. L’italiana più visualizzata al mondo”.

Com’è il sodalizio con Fedez? “Ci completiamo: io sono un hippy, col bazooka ma un hippy; lui è un pazzo guerrafondaio. Io sono babbo, lui è sveglio. Io sono un generoso, lui mi avverte quando mi sto facendo fottere. Lui mi dice quando i giovani non mi sentono, io quando i vecchi non lo capiscono”.