La figlia di Gaber alla vedova Battisti “Libera la musica, è un bene comune”

11
Set
2018
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A 20 anni dalla morte del grande cantautore italiano, uno dei simboli più importanti della storia della nostra musica, Lucio Battisti è stata ricordato da moltissimi, incluso il presidente Sergio Mattarella che gli ha dedicato una lunga lettera. Dopo i ricordi però arriva qualche polemica sull’opera dell’artista.

La musica deve essere resa pubblica, la musica è un bene comune. Questo è il pensiero (e non un appello) fatto dalla figlia di Giorgio Gaber alla vedova Battisti, in merito alla decisioni della famiglia di non trasformare l’arte del defunto in bene della nostra comunità.

Non ho fatto nessun accorato appello ma ho solo espresso un’opinione e raccontato quello che abbiamo scelto di fare io e mia madre con l’eredità artistica di Giorgio Gaber. Come ho già detto, non conosco le motivazioni della famiglia Battisti e pertanto non le giudico” afferma la figlia di Giorgio GaberDalia Gaberscik  “Quando l’eredità artistica di un grande cantautore non è resa disponibile per le nuove generazioni è sempre un grande peccato. Non conosco i dettagli giudiziari della vicenda Battisti né le intime motivazioni della famiglia e quindi non posso giudicarle. Posso solo dire che, da figlia di un grande artista e da semplice fruitrice di arte, mi piacerebbe che le cose andassero in un altro modo. E che l’immenso patrimonio della produzione di Lucio Battisti fosse considerato un bene comune, accessibile a tutti”.

Dalia ha quindi proseguito spiegando ulteriormente il suo personale punto di vista, senza che questo venga inteso ne un appello ne come un critica alle decisioni prese dalla famiglia Battisti “Questa è la scelta che noi abbiamo compiuto intorno alla produzione di mio padre Giorgio Gaber. Con la creazione di una Fondazione e poi di un Festival che si occupano proprio di diffondere la conoscenza del suo repertorio e di avvicinare le nuove generazioni di artisti alla sua lezione. Questa scelta di apertura ci aiuta a mantenere viva la produzione del Signor G e, in qualche modo, a farci sentire ancora vicino Giorgio Gaber, anche se purtroppo lui non è più con noi fisicamente”.