Il mondo della musica è in crisi, i concerti e tutti gli eventi pubblici legati al settore musicale sono fermi ormai da un anno e non vi è ancora certezza in merito alla chiacchierata ripresa durante il 2021.
La crisi economica del mondo della musica, arrivata come conseguenza delle’emergenza sanitaria, ha registrato un calo del fatturato del 97%. Ad evidenziare questo dato drammatcio è Vincenzo Spera, presidente di Assomusica, l’Associazione italiana organizzatori e produttori spettacoli di musica dal vivo.
“Siamo messi male, i concerti annullati fino a settembre erano 4000, il settore è completamente steso con cali di fatturato che raggiungo il 97% – dice Spera – come riprendere? Quello che sta succedendo in Italia è rincorrere il virus senza mantenere il tessuto lavorativo, che è difficile ricostruire se le figure professionali scompaiono. Bisogna indennizzare, non ristorare, e mettere in campo idee che arrivano dall’Europa, che ci dice di utilizzare almeno il 2% dei fondi di Next Gen Eu per cultura. Poi riduzione IVA, e riprendere con attività di formazione del personale. La musica è un grande patrimonio creativo e lavorativo che non va perduto”.
Ecco alcuni numeri forniti da Assomusica sul settore della musica, registrati in passato, dati che oggi non ci sono più: 10 milioni di spettatori annui, 9.735.800 biglietti venduti, 700 milioni di fatturato per sola bigliettazione nel 2019, 260mila occupati nel settore del live.
Con Spera, interviene a La7 anche Lodo Guenzi, il cantante de Lo Stato Sociale “Il lavoratori dello spettacolo, sono figli di un modello da riformare, questa deve essere un’occasione per avere contrattualistiche diverse, il settore deve ragionare di più per sopravvivere alle incombenze. Usiamo questo periodo per ragionare sulle riaperture con capienze ridotte e fiducia su un settore che l’estate scorsa ha dimostrato responsabilità, i luoghi della cultura non sono i luoghi del contagio”. Poi aggiunge ancora: “Estate senza concerti? Gli internazionali ci portano già all’anno prossimo, fare un tour mondiale è complicato. Non esistono assicurazioni ad hoc, e gli Stati non hanno pensato a fondi di garanzia per annullamenti. La maggior parte dei grossi eventi si sta già riprogrammando per il prossimo anno. Mi auguro che quest’estate si possa lavorare con capienze doppie rispetto l’anno scorso e con maggiore omogeneità a livello nazionale”.