Lorenzo figlio di Vasco “La cattiveria degli altri, io ‘figlio di’ oggi dico grazie a mio padre”
2018
Lorenzo Rossi si racconta, descrivendo la sua vita come quello che è stato spesso visto come “il figlio di”; vittima di prese in giro, della cattiveria della gente e di tanto bullismo per il nome importante che portava, oggi Lorenzo che a sua volta è diventato padre racconta la sua versione dei fatti.
“Ho sempre saputo di essere figlio di Vasco, quando la gente ha iniziato a capirlo e a riconoscermi non è stato facile” racconta oggi “Il perché secondo me è racchiuso nel fatto che dove abitavo, un paesino in provincia di Ferrara, la gente aveva una mentalità diversa dalla mia che arrivavo dalla grande città, una mentalità un po’ chiusa e forse la mia situazione familiare era vista come qualcosa di nuovo ma in senso negativo , questo è quello che ho sempre principalmente ipotizzato, non so se c’era anche dell’invidia o altro, quello che posso dire è che io non sono mai andato in giro presentandomi come ‘il figlio di’ o atteggiandomi e chi mi conosce lo sa.”.
Lui “figlio di” racconta di non essersi mai vantato con nessuno, nemmeno per scherzo, del nome che portava sulle spalle, ma di aver sempre cercato di condurre una vita normale, da ragazzo, anche se la cattiveria che spesso si è ritrovato davanti non gli ha fatto passare dei momenti sereni “Hanno sempre preferito trattarmi con sufficienza, con indifferenza, a volte con cattiveria, ho ricevuto minacce di morte di notte per telefono, tutti sapevano dove abitavo, nessuno però si è mai presentato di persona.”.
Nonostante tutte le vicende esterne, il suo rapporto con il padre, non il Vasco artista ma semplicemente il Vasco Papà è stato ottimo “La figura di un papà è troppo importante. Lui mi ha insegnato tutto.”.
Nonostante quello che può pensare la gente, per Lorenzo il bilancio riguardante il rapporto con il padre è positivo (veramente e non per dovere di spettacolo) “Mi ha insegnato a pormi degli obiettivi e raggiungerli, superare le difficoltà, gestire i soldi perché prima non sapevo neanche come fare, ne avevo pochi. È diventato il mio punto di riferimento, sapevo che ogni volta che avevo bisogno potevo contare su di lui, avevo una pacca sulla spalla quando ne avevo bisogno, usava bastone e carota, quando vedeva che si poteva fidare di me perché raggiungeva gli obiettivi che si prefissava per me, dava la carota. Mi ha dato quello di cui avevo bisogno: un posto per dormire, la possibilità di utilizzare un’automobile, tutte cose che prima non avevo”.
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