Muore Ezio Bosso: le frasi più belle che sono lezioni di vita
2020
Il pianista che non ha mai smesso di ridere, nonostante tutto, è scomparso oggi. La scomparsa di Ezio Bosso lascia un grande vuoto nello spettacolo italiano, nella musica italiana, ma soprattutto nel cuore di milioni di noi.
Nato a Torino il 13 settembre 1971, dal 2011 conviveva con una malattia neurodegenerativa che gli fu diagnosticata subito l’intervento per un tumore al cervello a cui fu sottoposto lo stesso anno. Dalla sua casa di Bologna aveva dichiarato: “La prima cosa che farò è mettermi al sole. La seconda sarà abbracciare un albero quando ‘si apriranno le gabbie'”.
Oltre che compositore, Bosso è autore anche di alcune frasi e aforismi che rendono la sua figura una delle più amate dagli italiani. Ecco una lista delle più belle, presenti nei libri nelle sue interviste.
Ho smesso di domandarmi perché. Ogni problema è un’opportunità.
Sono un uomo con una disabilità evidente in mezzo a tanti uomini con disabilità che non si vedono.
La musica mi ha dato il dono dell’ubiquità: la musica che ho scritto è a Londra e io sono qui.
Il tempo è un pozzo nero. E la magia che abbiamo in mano noi musicisti è quella di stare nel tempo, di dilatare il tempo, di rubare il tempo. La musica, tra le tante cose belle che offre, ha la caratteristica di essere non un prodotto commerciale, ma tempo condiviso. E quindi in questo senso il tempo come noi lo intendiamo non esiste più.
La musica è una fortuna ed è la nostra vera terapia.
La malattia non è la mia identità, è più una questione estetica. Ha cambiato i miei ritmi, la mia vita. Ogni tanto “evaporo”. Ma non ho paura che mi tolga la musica, perché lo ha già fatto. La cosa peggiore che possa fare è tenermi fermo. Ogni giorno che c’è, c’è. E il passato va lasciato a qualcun altro.
La musica è come la vita, si può fare in un solo modo: insieme.
Sono un uomo con una disabilità evidente in mezzo a tanti uomini con disabilità che non si vedono.
La musica ci insegna la cosa più importante che esista: ascoltare.
Si dice che la vita sia composta da 12 stanze. 12 stanze in cui lasceremo qualcosa di noi che ci ricorderanno. 12 le stanze che ricorderemo quando saremo arrivati all’ultima. Nessuno può ricordare la prima stanza dove è stato, ma pare che questo accada nell’ultima che raggiungeremo. Stanza, significa fermarsi, ma significa anche affermarsi. Ho dovuto percorre stanze immaginarie, per necessità. Perché nella mia vita ho dei momenti in cui entro in una stanza che non mi è molto simpatica detto sinceramente. È una stanza in cui mi ritrovo bloccato per lunghi periodi, una stanza che diventa buia, piccolissima eppure immensa e impossibile da percorrere. Nei periodi in cui sono lì ho dei momenti dove mi sembra che non ne uscirò mai. Ma anche lei mi ha regalato qualcosa, mi ha incuriosito, mi ha ricordato la mia fortuna. Mi ha fatto giocare con lei. Si, perché la stanza è anche una poesia.
Scrivo perché interpreto, interpreto perché scrivo. E affronto la mia musica come se non fosse mia. Affronto come interprete il compositore.
Stanza è una parola importante nella vita degli uomini, ma spesso è data per scontata. Eppure nel linguaggio vuol dire tanto, vuol dire poesia, canzone, libertà, affermarsi. Vuol dire persino costruire.
Il tempo è un pozzo nero. E la magia che abbiamo in mano noi musicisti è quella di stare nel tempo, di dilatare il tempo, di rubare il tempo. E la musica, tra le tante cose belle che offre, ha la caratteristica di essere non un prodotto commerciale, ma tempo condiviso. E quindi in questo senso il tempo come noi lo intendiamo non esiste più
La musica è una vera magia, non a caso i direttori hanno la bacchetta come i maghi.
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