Sono tantissimi i ricordi che da ormai 24 ore riemergono, soprattutto sui social, legati alla vita di Franco Battiato, una vita passata in parte sotto ai riflettori per via del suo lavoro.
Il suo genio (incompreso come sostiene ancora oggi Vecchioni) lo aveva eletto maestro. Lui per la stampa era un Maestro, per il pubblico, era un Mestro, per i colleghi era un Maestro.
Ma lui questa parola, Maestro, la detestava.
“Non voglio essere chiamato maestro – diceva in un’intervista del 2016 – mi dà fastidio. Maestro di che cosa? Sono stato fortunato, protetto da un patto stabilito altrove, ho avuto delle grandi soddisfazioni da quelli che stanno sopra di me. ’ho donato e quando non l’avevo, mi sono sempre arrangiato. Anche in modo acrobatico. Frequentando gli artisti, dal trapezio capitava di cadere. Una volta, ero a Roma, mi invitano a cena in trattoria Giancarlo Nanni e Manuela Kustermann. Parliamo, beviamo, scherziamo e a un certo punto i due iniziano a litigare selvaggiamente. Volano schiaffi, colpi proibiti, si picchiano proprio. L’oste ci cacciò: ‘Ma con che gente si accompagna?’ mi disse sprezzante. Sembrava un film”.