Pagelle quarta puntata Sanremo: scatta la lode per Bugo e Morgan, bocciato Amadeus
2020
La quarta puntata del 70° festival di Sanremo vola negli ascolti e ottiene ancora un punteggio altissimo di share. Complici ospiti, performance ma soprattutto sorprese che sicuramente hanno segnato la stori di questo Festival.
Rimarrà indimenticabile il cambio di testo di Morgan, sulle note di Sincero, che ha costato a lui e al compagno la squalifica, ma sulla questione Morgan (per usare parole mai più adatte in questa situazione) ha detto Me Ne Frego.
E’ Michele Monina per HuffintonPost a dare i voti di questa serata importante, bocciando il conduttore e alcuni cantanti in gara, ma a Morgan e Bugo, inevitabilmente, scatta la prima lode.
Amadeus 3 Sanremo finisce alle. Mavaffanculo, corri.
Fiorello 6 Qualcuno gli spieghi che non siamo a un villaggio Valtour e che a una certa ci piacerebbe anche andare a dormire.
Tiziano Ferro 4 Tiziano, dopo gli scazzi con Fiorello, viene fatto cantare alle 22:08. E quindi torniamo a votarlo sullo show, che essendo basato sulle sue canzoni e su una scialbissima cover di Portami a ballare è assai insufficiente.
Paolo Jannacci 7 Un po’ come per la Angi, qui sotto, portare a Sanremo una canzone sui figli è un azzardo. Se poi a portarcela è un figlio d’arte, siamo quasi in zona autolesionismo. O meglio, saremmo, perché Paolo Jannacci è un artista vero e la canzone Voglio parlarti adesso commuove.
Rancore 10 Questa canzone è un codice, dice Rancore nella prima barra. Al terzo ascolto si cominciano a capire alcuni dei tantissimi riferimenti di cui è infarcito, primo punto di interesse del brano, ma al tempo stesso si continua a percepire come la collaborazione con Rancore sia qualcosa di speciale, che mette in risalto la maestria del rapper romano nell’appoggiare le rime sulla base. Il ritornello, poi, è un chiodo nella testa. Grandioso.
Angi 5 Portare a Sanremo una canzone sulla mamma può essere un grande azzardo. Tentar non nuoce, a volte. Non questa volta, però.
Francesco Gabbani 7,5 Nessuno torna mai nel luogo del crimine. Gabbani sì, e potrebbe davvero colpire ancora con una filastrocca killer. Bene.
Raphael Gualazzi 7 Suoni cubani, elettronica, ironia, voce jazzy. Gualazzi ha classe da vendere, e stile. Mica è un caso che sia marchigiano.
Pinguini Tattici Nucleari 10 Ero tentato di dare ai ragazzi un voto basso, perché ho qualche dubbio sul loro pezzo. Poi ieri sera, durante la diretta che hanno fatto con noi in radio, i Pinguini mi hanno chiesto di entrare nella band come air guitarist. Gente che ne capisce.
Anastasio 2 Qualcuno commentando le precedenti pagelle, riguardo i miei voti dai a Anastasio ha ipotizzato, anzi, ha concluso che io sia mosso da pregiudizi. Sbagliato, io Anastasio l’ho ascoltato e a ogni ascolto l’ho trovato sempre più prevedibile. Un Rage Against The Machine che non ce la può
fare.
Elodie 2 Strano… Mahmood me lo ricordato diverso da così.
Riki 6,5 Pellissier è un calciatore che ha sempre segnato parecchio nel Chievo. Ma non viene quasi mai annoverato tra i grandi, quelli da ricordare. Ma lui segnava lo stesso. Tanto. Ecco, Riki sembra così. Non brilla per bravura, ma segna. Beato lui.
Diodato 8 La faccenda della comfort zone l’abbiamo già detta, ok. Quindi possiamo serenamente passare oltre, e passando oltre non possiamo che dire che questa canzone che Diodato ha scritto apposta per mettere in risalto la sua voce, in effetti, mette perfettamente in risalto la sua voce, che è una delle più belle tra quelle in circolazione.
Irene Grandi 8,5 Sono di parte. Irene Grandi è una delle mie artiste preferite. Vasco, Beh, Vasco è Vasco. La canzone spacca,e alla lunga spacca anche di più. Bella davvero.
Achille Lauro 3 Parliamo per un attimo del motivo per cui in teoria Achille Lauro è in gara a Sanremo, cioè nulla che abbia a che fare con body color carne, vestiti di David Bowie, : la canzone. Bene, la canzone fa cagare, e è pure scopiazzata da Battisti. Però lui è simpatico e estroverso, figuriamoci, oggi vestito dalla marchesa Casati Stampa, amante di D’Annunzio e musa dei futuristi.
Piero Pelù 9 Esattamente, a uno come Piero Pelù, cosa potremmo mai dirgli? Arriva al Festival dopo quarant’anni di onorata carriera e si diverte come un ragazzino, o meglio, un ragazzaccio, facendo divertire e scatenare tutti quanti. Ripeto, gigante.
Tosca 10 Su Wikipedia, alla voce Voce dovrebbero metterci la faccia di Tosca. Perché quando canta, Tosca, possiamo davvero capire cosa significa quando si dice che l’arte può elevarci l’anima. Densa e lieve al tempo stesso, provateci voi, se ci riuscite.
Michele Zarrillo 7 Zarrillo va a dormire alle otto e si sveglia alle diciotto e trenta, a dimostrazione che per essere dei rocker dentro non è necessario andare in giro coi baffi a manubrio di Lemmy o le lenti a contatto bianche di Marylin Manson. La canzone, in effetti, lo dimostra, tiro e goal.
Junior Cally 2 A scrivere il brano di Junior Cally ci si sono messi in sei. Ognuno ha un paio dei no del ritornello. Uno dirà, va beh, ma su questa canzone scrive solo sta cazzata? Ecco, questa è la sola cosa meritevole di menzione.
Le Vibrazioni 8 Su Le Vibrazioni in alto in classifica sembrava non volerci scommettere nessuno. E invece eccoli li, tra i primi nelle prime tre serate. La canzone merita, l’interpretazione ancora di più. Attitudine rock. A avercene.
Alberto Urso 8 Bravo, preciso, tecnicamente preparato al punto da potersi concentrare sull’interpretazione. Il genere non è il mio, ma gente a cui piace ce n’è parecchia.
Levante 8 Ascolto dopo ascolto il brano acquista in spessore. Il che può sembrare strano per una canzone che si gioca nel titolo l’ambiguità della leggerezza. Brava Levante, ottima scelta per un esordio a Sanremo.
Bugo e Morgan 10 e lode Morgan sostituisce la prima parte del testo con queste strofe: “le brutte intenzioni, la maleducazione, la tua brutta figura di ieri sera, la tua ingratitudine, la tua arroganza, fai ciò che vuoi mettendo i piedi in testa, ma tu sai solo coltivare invidia, ringrazia il cielo se sei su questo palco, rispetta chi ti ci ha portato dentro e questo sono io”. Bugo si incazza e se ne va. Che strano. Squalificati. Peccato. Ma almeno ci siamo svegliati.
Rita Pavone 7 Esce alle due passate, Rita Pavone, e spacca come fosse una ragazzina appena alzatasi. Onore al merito.
Enrico Nigiotti 8 Si può essere poetici e sanguigni al tempo stesso? A sentire Baciami adesso si direbbe di sì. Un bel passo avanti in una carriera partita bene, scivolata un paio di volte e ormai assestata su una andatura di tutto rispetto. Maturo.
Elettra Lamborghini 0 Solo chi è stupido non cambia idea. Ecco, al secondo passaggio all’Ariston sono convinto anche io che pure Elettra Lamborghini si sarà convinta che essersi presentata in gara a Sanremo è stata una immane cazzata. Viola Valentino in confronto aveva la voce di Tina Turner.
Marco Masini 10 Sale sul palco alle due passate. E canta come fosse normale farlo a quell’ora. Si chiama talento, mestiere, dedizione alla musica. Il che è un bene, perché la canzone è una delle migliori, e non solo del Festival.
Dua Lipa 8 Si può fare musica pop orientata alla dance di qualità, ditelo alla Lamborghini.
Ghali 0 Dai, su, non scherziamo. Se Ghali è superospite allora vale davvero tutto.
Gianna Nannini n.c. Gianna è in forma come non lo si vedeva da tempo, niente “troiai” come qualche anno fa, né canzoni di merda come tre anni fa, ma presenta il duetto con Coez che, come uno dei protagonisti di Belli e dannati di Gus Van Sant mi induce la narcolessia e quando mi sveglio è già il turno di un altro Big.
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