Selvaggia Lucarelli su Young Signorino “Insultarlo è idiota, ma chiariamo: in lui non c’è talento”
2018
Sul caso di Young Signorino, sul concerto annullato e sulla rissa sfiorata nell’ultimo live, interviene l’opinionista più amata e criticata dalla rete, prendendo (parzialmente) le difese del giovane trapper.
“Penso sia idiota sia insultarlo che trattarlo da artista e del perchè questa storia sta prendendo una piega che non mi piace” si apre con queste parole il lunghissimo posto che Selvaggia Lucarelli pubblica oggi su Facebook, un messaggio che segue la sua pubblicazione su Il Fatto Quotidiano del 31 maggio.
Riportiamo qui di seguito per intero il messaggio (tratto dal suo profilo Facebook) che spiega la sua visione attuale di questa storia.
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Un premier che spunta dal nulla, con un curriculum alterato come il diario di mio figlio quando deve convincermi che per domani ha solo i compiti di religione e di educazione fisica, poi il grande diniego di Mattarella, dietro al quale molti vedono chiaramente i poteri forti, invisibili, poteri tedeschi che danno un nuovo senso all’espressione “il Crucco c’è, ma non si vede”. Tutto ciò forse potrà sembrare assurdo a voi, sconsiderati osservatori del presente, ma non a me che so bene che l’arte precorre la realtà dei fatti. Perchè in Italia, al momento, la scena musicale è dominata da due fenomeni oscuri che, in un certo senso, sono la perfetta rappresentazione di questa crisi istituzionale, allo stesso modo in cui Cesare Ragazzi è stato la rappresentazione del Berlusconismo: Liberato e Young Signorino.
Il primo è il gruppo Bilderberg della musica italiana, sulla bocca di tutti, chiacchieratissimo, ma nessuno sa esattamente chi sia e se sia una persona o un collettivo, e nel caso fosse un collettivo chi ne faccia parte.
La sua canzone ‘9 maggio’ ha avuto milioni di visualizzazioni su Youtube, e da quel momento non si fa altro che parlare di questo rapper partenopeo, con una cifra artistica molto eclettica e con un’identità più segreta del nome all’anagrafe di Amanda Lear. Circolano le ipotesi più disparate: una delle più accreditate lo vede come un carcerato a Nisida, la penisola-prigione minorile appena fuori Napoli, e infatti lo scrittore Maurizio De Giovanni, che proprio in quel carcere tiene dei laboratori di scrittura, a domanda precisa che gli rivolgo alla festa de Il Fatto svicola, confermando però che ‘Liberato ha una storia molto dura, molto complicata’. Quindi sì, è molto probabile che sia nel carcere di Nisida. Oppure, in alternativa, potrebbe essere Mauro Repetto degli 883.
Ma non è questo il punto.
Il punto è che quest’entità sconosciuta, che al suo recente concerto sul lungomare di Napoli è arrivata in barca insieme ad altre persone mascherate e vestite come lui per evitare che qualcuno la potesse identificare, ha un’influenza sulla scena musicale del paese pari solo a quella che i tassi d’interesse dei Bund hanno sulla nostra scena politica, e come i banchieri tedeschi ha un’identità misteriosa impalpabile e parla una lingua perfino più impenetrabile del tedesco: il dialetto di Fuorigrotta.
Discorso diverso, purtroppo, è quello che riguarda Young Signorino, esponente di punta della musica trap, genere che in Italia, con poche eccezioni, ha uno spessore culturale che fa rivalutare positivamente le raccolte di poesie di Sandro Bondi. Le sue canzoni, se troviamo il coraggio di riconoscerle tali, sono un fortunato incrocio di suoni gutturali, frasi come ‘sto scopandomi’ oppure ‘alfa alfa alfa beto rappappappappà’ e rumori di fondo di un’industria siderurgica. Va da sè che i video di queste ‘cose’ collezionino milioni di views, ma per capire il perché, come nel caso di Liberato, bisogna capire chi sia, Young Signorino.
Vent’anni, faccia tatuata con varie amenità tra cui un cerotto e la scritta ‘Sex sex sex’, quello che l’ha reso celebre sono alcuni passaggi nella sua travagliata biografia. Intanto si dichiara il figlio di Satana (tesi che non si è mai spinto a sostenere nemmeno Piersilvio Berlusconi) e chiede anche a suo figlio, che ha due anni (avuto quando lui ne aveva 17), che lo chiami ‘Padre Satana’. Dice che glie l’ha detto Satana stesso di essere suo padre, e probabilmente ciò è accaduto quando, qualche tempo fa, è andato in coma per abuso di farmaci, un’esperienza che a rollingstone.it ha definito ‘divertente, volevo vedere se potevo cambiare personalità’, ma ufficiosamente c’è il sospetto che l’abbia fatto per vedere se riusciva a diventare Maurizio Martina.
Mettiamo in chiaro una cosa: in Young Signorino non c’è talento, nè estro né provocazione. Non canta, non sa cantare, i suoni sono sgradevoli e fastidiosi, non scrive nemmeno testi e per sua dichiarazione quando va in studio dice ‘quello che gli passa per la testa in quel momento’. Suscita interesse solo per lo stesso motivo per cui ne suscitano le donne barbute al circo, i gatti spiaccicati per strada o le montature degli occhiali di Mughini: perché è un tizio naif e senza alcuna preoccupazione per la sua reputazione, un tizio che non ha il senso del ridicolo (per ragioni tutte da accertare) e che attira l’attenzione perchè più che un personaggio sembra la parodia di qualcosa. Di Ozzy Osbourne a Mai dire gol, per esempio. O della Trap stessa. Fine.
In ogni caso è evidente che ci troviamo davanti ad un troll, nel migliore dei casi, e nel peggiore dei casi a qualcuno che forse andrebbe lasciato in pace o, al massimo, aiutato. Di sicuro non insultato o trattato come il fenomeno da circo. Da un lato il web lo deride, lo insulta, spesso lo minaccia, in un groviglio di odio e pollici in giù che certo, ne accresce la popolarità, ma lo espone anche e soprattutto a una rabbia incontrollata e gratuita.
Lui al momento vola alto, più alto di questa marea infame, perché come ha detto in tv ‘io sono nel mio viaggio’. Dall’altro lato, appunto, proprio dalla tv è iniziato il tentativo di trasformarlo nel caso umano, lo scemo del villaggio, l’ennesimo attore del freak show con cui riempire i palinsesti televisivi con il sincero scopo di farsi beffe di lui. Ridere dei suoi tatuaggi, delle tre parole che in un’ora di intervista riesce a proferire, ridere dei suoi video e farlo deridere pure da gente come Dj Aniceto, che è un po’ come se la D’Urso incolpasse la Cipollari di fare tv trash.
Al suo primo concerto, a Roma, Young Signorino non si è esibito, sostenendo che l’organizzatore della serata, col suo modo di fare, gli avesse causato dei ‘problemi psicologici’.
La vera domanda quindi non deve essere più, come invece per Liberato, ‘chi è Young Signorino’, ma ‘sta bene, Young Signorino?’. Perchè nel caso la risposta fosse no (e se è vero che a 19 anni è andato in coma per abuso di psicofarmaci no, non lo è), chi ora lo insulta, lo deride, lo espone al ludibrio come la donna cannone dovrebbe chiedersi, in un’epoca in cui il circo è sfruttamento degli animali e la circonvenzione d’incapace un reato, se sia lecito canzonare, minacciare e, nel caso di un’etichetta discografica su cui le voci sono sempre più insistenti, lucrare su una persona che, per quanto stravagante e senza contenuti, andrebbe, forse, semplicemente lasciata libera di essere “uno che di diverte su youtube” senza volerlo trasformare in una macchina da soldi. Una macchina da soldi che può durare al massimo il tempo di una storia su instagram.
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