paolo palumbo

  • Diffida contro Achille Lauro e Paolo Palumbo per “Quella notte non cadrà” presentata a Sanremo

    08
    Feb
    2021

    Marco e Paolo Palumbo (padre e figlio) presentarono al Festival di Sanremo 2020 il brano Quella notte non cadrà. Il brano dello chef/cantante di 23 anni, affetto da SLA, ebbe da quel momento una grande visibilità in tutta Italia.

    Uscito ufficialmente sulle piattaforme digitali il 27 novembre con la collaborazione di Achille Lauro, il brano si ritrova al centro di problemi giudiziari.

    A citare padre e figlio è Marco Mura, scrittore di poesie e testi musicali che ha ideato anche il testo del brano in questione, che oggi parlando a SardegnaLive, racconta di non volere i proventi di questo successo, ma solamente i diritti d’autore sul brano.

    “Il 30 aprile scorso, durante il lockdown – racconta – Marco Palumbo mi telefonò per dirmi che avrei dovuto scrivere un testo per il figlio Paolo e Achille Lauro e tramite uno scambio di messaggi su WhatsApp inizia così la nostra conoscenza e collaborazione

    “Ero felicissimo – sottolinea – dei soldi non mi interessava nulla perché vivevo di emozioni. Era un sogno che si realizzava, ero contento di aiutare Paolo, perché in qualche modo, per esperienze passate, sentivo il suo dolore, lo percepivo. Ho chiesto solamente di avere i diritti d’autore”.

    Con la famiglia Palumbo, Marco aveva iniziato un progetto “L’obiettivo era quello di lavorare insieme per il primo disco di Paolo Palumbo. Un progetto che – dice– avrebbe coinvolto diversi artisti famosi. Tra questi Achille Lauro. Stavo così bene, scrivevo fino alle 5 della mattina, ero felice. Ero sicuro di quello che stavo facendo, volevo consegnare il lavoro richiestomi in tempi brevi. Credo che i migliori testi li abbia scritti proprio per loro. Ma il sogno si trasforma presto nel peggior incubo. Dormo male da tre mesi, ho le apnee notturne”.

    Il giovane ha iniziato a dubitare dei Palumbo “Troppe contraddizioni, incongruenze e promesse infondate. Un giorno il padre mi propose di scrivere una preghiera cantata per il Vaticano, in latino in un progetto ideato dal direttore d’orchestra Enrico Melozzi, che poi avrebbe fatto avere al cardinale Becciu. Ma una volta consegnata, con l’impegno di pagarmi, non seppi più nulla. Un giorno – continua nel suo racconto – mi arrivarono delle voci: mi dissero che il padre di Paolo andava in giro a dire che suo figlio aveva scritto un pezzo per Achille Lauro. Ho dunque iniziato a pensare che, non avendo nulla in mano, potessero davvero spacciarsi per gli autori del brano con Achille Lauro che nel frattempo, dopo aver letto il testo, aveva accettato la proposta di collaborazione”.

    Alla luce di questi fatti e della mancanza di citazione sotto al video su YouTube, dove si legge “testo di Paolo Palumbo e Achille Lauro”, Mura ha deciso di procedere per vie legali “Mi è caduto il mondo addosso, ho fatto tutto ascoltando il mio cuore e lasciando libere le mie emozioni. Sono determinato ad andare avanti, mi spiace davvero per questa storia. Ma è giusto farlo perché nessun altro deve vivere ciò che sto passando io. Spero si rendano conto di ciò che stanno facendo”.

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