Ultimo dice no alla musica in streaming e attacca il governo “Non danno il giusto peso a musica e arte”

04
Mag
2020
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Lunedì 4 maggio 2020, in Italia inizia la fase 2 e il lockdown di milioni di cittadini finisce. Per il giovane Ultimo questa giornata, in una situazione normale, avrebbe segnato l’inizio delle prove del suo tour. Ma tutto è stato rimandato al prossimo anno.

Da giorni assente dai social, il giovane artista interviene oggi con un lunghissimo messaggio in cui spiega il motivo del suo lungo silenzio e il perchè abbia deciso di non diffondere la musica sui social, con dirette o interventi televisivi come invece hanno fatto centinaia di colleghi in tutto il mondo.

 

Oggi avremmo dovuto iniziare le prove per i 15 stadi. Questa situazione ha spazzato via ogni nostra ambizione. Sono stato un anno a prepararmi fisicamente, mentalmente e vocalmente. Ora? Ora si parla di distanziamento sociale e numero contingentati. Argomenti così crudi. Ricevo molti messaggi sul fatto che io non mi esponga sulla faccenda, in effetti avete ragione. io non so fare quello che vi supplica di indossare la mascherina o di stare attenti ai contatti fisici. Per quello ci sono già troppi a farlo in tv ed io non ho certo le carte in regola per poter risultare credibile dicendolo. Il tour sarà rinviato, probabilmente al 2021, ma il motivo di un ritardo della comunicazione non dipende ne da me, ne dalla mia agenzia di concerti. Dipende dal governo che forse non da il giusto peso ed importanza alla musica e all’arte in generale. Poi però ci chiedono di cantare su Instagram o in qualche trasmissione per alleviare il dolore alla gente, ma noi siamo la gente, almeno io mi colloco tra voi, tra noi. Non canterò in qualche diretta o in qualche trasmissione per dimostrare quando sia bella la musica che unisce le nostre anime. no. E’ una scelta menefreghista? No. Il contrario. Io credo nel silenzio di chi sa aspettare. non ho bisogno di ricordarvi che esisto con qualche video o foto postata. Io sono a casa mia e scrivo, perchè è quello che so fare… e scriverò finché le parole si faranno pesare dentro me. L’unica cosa che mi sento di dirvi da ragazzo di 24 anni è quello di fare ciò che voi ritenete giusto. Non so quando supereremo questa fase. So che questo è il momento per chiudersi un po’ dentro di noi e chiederci quelle cose che forse fanno male, ma ci faranno crescere… qualsiasi età abbiamo. A 15 anni ho scritto in “Giusy” che dal dolore si può ricominciare… e allora mi affido a lui e penso RICOMINCEREMO”.