Vasco Rossi attacca il suo chitarrista: “Ringrazia di avermi incontrato, solo io ero insostituibile”

13
Giu
2012
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Vasco è ormai inarrestabile e su Facebook innesca una polemica dopo l’altra, scrivendo a ruota libera tutto ciò che gli passa per la testa e che si sente in dovere di commentare (verrebbe da pensare: e spegnetegli questo computer!). Questa volta si tratta di una risposta a delle dichiarazioni del suo chitarrista storico Maurizio Solieri, e certe affermazioni del cantante nel suo (lungo) intervento su Facebook risultano francamente  di un’arroganza sconcertante:

 

Solieri aveva rilasciato pubblicamente delle dichiarazioni in cui ammetteva che i rapporti tra loro due non fossero dei migliori, e che Vasco sembrava “incazzato col mondo” forse a causa di qualche malessere. Ecco alcuni stralci dell’indispettita e presuntuosa risposta di Vasco:

“Da quando abbiamo cominciato nel 78  non sei cambiato di una virgola. Non sei cresciuto…non ti sei evoluto … non ti sei mai perfezionato e sei rimasto nel tuo mondo di assoli molto spettacolari ma poco precisi…e negli anni novanta sono arrivati quelli che non sbagliavano una nota. [….] A un certo punto dopo aver scherzato giocato fatto cazzate di tutti i tipi o diventi un professionista o vai a casa. E io sono diventato un professionista. E ho imparato studiato cercando di migliorare“.

Le premesse non sembrano delle migliori, ma l’attacco si fa ancora più pesante:

“Dici che ultimamente sembra sia incazzato con il mondo?..forse non sto bene? Ma vai a farti fottere anche te insieme a tutti gli altri..Io incazzato lo sono stato sempre! Col mondo, con me e anche con te!..E non sono mai stato bene. Io sto male! Mi meraviglio che non tu l’abbia mai capito. Ma tu ascoltavi solo la tua chitarra e anche oggi in ogni intervista dimentichi che hai potuto esprimere il tuo talento solo grazie a me. Altrimenti dimmi con che gruppo avresti suonato.? È ora che vi ricordiate ragazzi che io ho cominciato a scrivere le canzoni. Io ho cominciato ad andare davanti alla gente con la mia faccia e il mio nome. Io ho cominciato a cantarle e voi  eravate degli orchestrali e le vostre prime timide musiche che io vi ho consigliato di fare sulle quali io ho scritto le parole le ho fatte diventare vere le ho interpretate e le ho cantate le avete cominciate a scrivere molti anni dopo e comunque ho sempre fatto tutto io. Perché volevo che la musica di Vasco Rossi fosse varia . Eravate tutti sostituibili anche se per me eravate i migliori. L’unico insostituibile ero io. Questa è la realtà caro Solieri.”

Per poi concludere con:

“Questa è la verità caro Solieri. Io ti voglio molto bene. Però te l’ho detto. Se quando fai un’intervista sulla musica di Vasco Rossi sul suo mondo che poi è  il tuo, riesci a non nominarmi mai, non cominci col dire che ringrazi il giorno che mi hai incontrato io che sono molto stanco della tua arroganza e della tua io ti restituisco tutto con questo mio documento che firmo e che pubblico.”

Forse Vasco dovrebbe tenere a mente che il giudice ultimo del successo di un cantante sarà sempre e comunque il pubblico, e che forse deve ringraziare i suoi fan (e non solo se stesso) se non è stato fiondato nel dimenticatoio come un cantante fallito qualunque.. E tra l’altro, ci sarebbe da discutere sulla sua affermazione di aver imparato a cantare.

Un po’ di umiltà e di silenzio, a volte, sarebbero la scelta migliore.