Vasco Rossi si racconta “Sono sopravvissuto a Br, droga e depressione. Oggi morirò di noia per il lockdown”

19
Nov
2020
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“Io sono un sopravvissuto“. Inizia così la lettera che Vasco Rossi indirizza a Cesare Cremonini che, in veste di direttore artistico del numero di Vanity Fair in edicola dal 18 novembre, lo ha invitato a parlare del significato della parola “vivere” sul settimanale. 

Cesare Cremonini è stato scelto per diridere il numero intitolato “SurVIVE, SopravVIVERE”; per l’occasione l’artista bolognese ha scritto proprio al rocker di Zocca, chiedendogli il significato che ha per lui la parola “vivere” in questo “brutto periodo”, lui non ha esitato a rispondere. “Sono un sopravvissuto” scrive Vasco: “Agli anni 70 e poi 80, 90… fino ad oggi. E penso sopravviverò anche al covid. Anzi sai che c’è? C’è che morirò di noia per il lockdown”.

“Ciao Vasco, come stai? Non posso, davvero non riesco a pensare a questo numero, alla capacità degli uomini di vivere anche quando… sono morti dentro, senza passare prima da te…”scrive Cremonini e il rocker di Zocca non esita a rispondere per raccontare i suoi oltre cinque decenni da “sopravvissuto”, tra alti e tanti bassi, glorie e dolori. A testa alta “sorridendo dei guai” e “pensando che domani sarà meglio”.

“Caro Cesare, sto bene, grazie o meglio…tengo duro”,comincia così la lunga lettera di Vasco all’amico e collega: “È veramente un brutto periodo. Per tutti. Una catastrofe planetaria che nessuno avrebbe potuto immaginare, sarebbe stato peggio solo… Se ci avesse colpiti un meteorite!”. Amareggiato per un sistema sanitario che regge a malapena e per l’obbligo di “stare chiusi in casa… Noi che abbiamo bisogno di urlare, di cantare, di’assembrarci’…” Vasco lancia il suo messaggio di incoraggiamento e positività: “Sopravvivremo anche a questo!! E te lo dico io stendardo da sempre che…”. Poi, stimolato su un tema che è il suo, il rocker di ZOcca comincia a raccontarsi sfogliando l’album della sua vita “spericolata”.